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L’università c'è, ora le aziende battano un colpo

Le storie, i progetti, le competenze da Ingegneria e Medicina. Non è una carrellata di vanità, ma un modo per far sapere quel che si fa
Industria 4.0 (immagine simbolica) © www.giornaledibrescia.it
Industria 4.0 (immagine simbolica) © www.giornaledibrescia.it
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L’abbiamo già scritto ma è bene ricordarlo ogni tanto. Da settembre, ogni settimana, il nostro giornale racconta, all’interno dell’inserto Impresa 4.0, quel che accade all’università, nelle aule e nei laboratori di Ingegneria e Medicina in particolare. Non è, ad evitare equivoci, una carrellata delle vanità.

L’idea di fondo è partita da una considerazione quasi banale: l’università è il più formidabile serbatoio di competenze tecnico-scientifiche che abbiamo. Dedicare un pezzo di giornale ci è parso il minimo sindacale. Centinaia di docenti, importanti investimenti in laboratori, migliaia di ragazzi che studiano: dove mai troviamo una altrettanta concentrazione di sapere?

E allora si è deciso di entrarci, di raccontare quel che accade, di rendere noto al vasto pubblico quel che si studia e sperimenta. In più ci piaceva l’idea di immaginare che quel che in Università si studia potesse, a titolo diverso, interessare qualche azienda. Ma interessare anche direttamente. Non tanto (e non solo) perché l’università prepara medici e ingegneri in senso ampio, ma nel senso che è anche possibile che l’università faccia cose che possono interessare le aziende per quel che fanno o quel che potrebbero fare, un interesse più diretto, specifico.

Qualcosa che le aziende possano utilizzare, capire, sfruttare nel senso più nobile del termine perché se le aziende imparano e utilizzano qualcosa che l’università sa, magari vanno meglio, fanno investimenti, creano più lavoro e stiamo tutti un po’ meglio. Ora, questo è il punto: bisogna che qualcuno si faccia vivo, che contatti l’università, che una volta intuito una possibile collaborazione si facciano vive.

Sono poche, pochissime le aziende bresciane che a titolo diverso hanno un rapporto con l’università: sbagliano, non sanno cosa si perdono. Una telefonata, un contatto, una mail. Il sito dell’università elenca nomi ed indirizzo dei prof. Non è poi così difficile.

 

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