Ambiente

Tasmania: strage di balene, quasi 500 morte spiaggiate

Corsa contro il tempo e le intemperie per gli uomini impegnati a salvare i globicefali
Una foto aerea mostra le balene morte vicino alla costa -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Una foto aerea mostra le balene morte vicino alla costa - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una strage. Almeno 460 balene sono andate ad arenarsi su una spiaggia delle scoscese e tempestose coste della Tasmania. Nell’arco di un paio di giorni ne sono già morte oltre 380, mentre i soccorritori sono impegnati senza sosta nel tentativo di salvarne il più possibile, spingendole di nuovo in mare aperto. Si tratta di una corsa contro il tempo, uno sforzo enorme, considerato che di tratta di mammiferi che possono arrivare a quasi otto metri di lunghezza e oltre tre tonnellate di peso. «Possiamo confermare che 380 balene sono morte», ha detto Nic Deka, responsabile del servizio di parchi e fauna della Tasmania.

«Ce ne sono circa 30 ancora in vita, ma la buona notizia è che ne abbiamo salvate 50», ha detto. Non è raro che grandi cetacei finiscano a centinaia spiaggiati. Uno degli episodi del genere più noti risale nell’ottobre 1946, quando se ne arenarono circa 835 vicino a Mar del Plata, in Argentina. Più recentemente, nel febbraio 2017, centinaia di globicefali sono morti sulle spiagge di Farewell Spit, nel nord dell’Isola del Sud della Nuova Zelanda. Anche nell’attuale caso della Tasmania si tratta di globicefali. Una squadra di salvataggio di 60 ambientalisti, volontari qualificati e lavoratori di allevamenti ittici locali sono al lavoro per soccorre quelli che sono ancora vivi o hanno migliore possibilità di riguadagnare il largo, ma i loro sforzi sono ostacolati dal clima e dalla gelida temperatura dell’acqua.

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