Ambiente

La mascherina chirurgica rilascia microfibre nel mare

Una mascherina esposta alla luce UV-A per 180 ore possa rilasciare centinaia di migliaia di particelle del diametro di poche decine di micron
Mascherina chirurgica e inquinamento - © www.giornaledibrescia.it
Mascherina chirurgica e inquinamento - © www.giornaledibrescia.it
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Una mascherina chirurgica rilascia fino a 173mila microfibre al giorno nell'ambiente marino: lo dice uno studio dell'Università di Milano-Bicocca sui rischi ambientali dovuti allo smaltimento non corretto dei dpi. La ricerca del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Terra, dal titolo «The release process of microfibers: from surgical face masks into the marine environment», è stata recentemente pubblicata sulla rivista Environmental Advances e ha approfondito il meccanismo di degradazione foto-ossidativa delle fibre di polipropilene presenti nei tre strati delle mascherine chirurgiche.

Per le mascherine, il dato relativo alla stabilità oltre il limite di utilizzo non era disponibile in letteratura. Per questo sono state sottoposte a esperimenti di invecchiamento artificiale, simulando ciò che avviene nell'ambiente, quando una mascherina abbandonata inizia a degradarsi a causa dell'esposizione agli agenti atmosferici e, in particolare, alla radiazione solare. Un processo che può durare diverse settimane prima che il materiale giunga al mare, dove è poi sottoposto a stress meccanici prolungati indotti dal moto ondoso e avviene il maggior rilascio di microfibre.

Le misure hanno evidenziato come una singola mascherina esposta alla luce UV-A per 180 ore possa rilasciare centinaia di migliaia di particelle del diametro di poche decine di micron. Come per altre microplastiche, sono possibili sia danni da ostruzione in seguito ad ingestione, sia effetti tossicologici dovuti contaminanti chimici e biologici. Preoccupa inoltre, per i ricercatori, la presenza di frazioni sub-micrometriche, potenzialmente capaci di attraversare le barriere biologiche. «Speriamo che questo nostro lavoro - commentano Francesco Saliu e Marina Lasagni, rispettivamente ricercatore e docente del dipartimento - possa sensibilizzare verso un corretto conferimento delle mascherine a fine utilizzo e promuovere l'implementazione di tecnologie più sostenibili». 

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