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La spiaggia La Pelosa non è del tutto spacciata, anzi

Il piano di salvaguardia della piccola perla sarda sembra dare i primi frutti. E prosegue.
Ogni giorno si registrano in media tra le 5mila e le 6mila presenze - © www.giornaledibrescia.it
Ogni giorno si registrano in media tra le 5mila e le 6mila presenze - © www.giornaledibrescia.it
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Orario punitivo, sguardi di sonno, felpa perché fa ancora freschino, in assenza di sole: attorno alle 6 del mattino c’è già una famiglia che inizia a presidiare il posto in prima fila, davanti al mare limpido, mentre una giovane coppia prova a inseguire un gabbiano per una foto assieme. Si tifa per il pennuto, ovvio, che tra poco sarà definitivamente allontanato dalla spiaggia La Pelosa, a Stintino, tra le più famose della Sardegna e dunque d’Italia. Un’icona: per vederla vuota e assolata come nelle cartoline e i depliant bisogna venire fuori stagione, in febbraio.

La Pelosa, a Stintino, è una delle spiagge più famose della Sardegna - © www.giornaledibrescia.it
La Pelosa, a Stintino, è una delle spiagge più famose della Sardegna - © www.giornaledibrescia.it

D’estate, la colonizzazione del piccolo triangolo di sabbia bianca affacciato sul golfo dell’Asinara e miracolosamente protetto dal mare di fuori, quello più profondo e rabbioso, prosegue fino a sera, con il buio calante e un conteggio approssimativo tra le cinque e le seimila presenze giornaliere. In pratica: non c’è un buco libero. Tutte queste persone sono troppe in un fazzoletto di circa novemila metri quadri, non molto più grande di un campo da calcio, decisamente ridimensionato rispetto ai 15.775 calcolati nel 1980, quando ancora la massa non c’era. Con questo ritmo rischiava e rischia di scomparire, insomma, e per questo motivo il Comune di Stintino ha iniziato a proteggere la spiaggia, con un regolamento entrato in vigore quest’anno: stuoie da stendere sotto i teli da mare; lavanda dei piedi obbligatoria all’uscita; niente sabbia, sassi o conchiglie da portare a casa come ricordo.

Misure che si aggiungono alle passerelle in legno e alle barriere che bloccano l’accesso alle dune alle spalle della Pelosa: bisogna evitare che i turisti si mangino il prezioso patrimonio depositato dalle correnti marine e dai venti. I cani non possono entrare tra le 8 e le 20, tra l’altro, una regola saggia visto il congestionamento degli spazi. Ci vengono in mente la vicina di casa d’infanzia Silvia, il suo cane lupo e la bottiglietta anni Ottanta con la sabbia sarda di Cala Luna: altri tempi.

Affollata fin dalle prime ore del mattino - © www.giornaledibrescia.it
Affollata fin dalle prime ore del mattino - © www.giornaledibrescia.it

Al contrario di quanto avvenuto ad esempio a Cala Biriola, nel golfo di Orosei, e di quanto suggerito dall’Istituto superiore per la ricerca e la prevenzione ambientale in uno studio sulla spiaggia stintinese, non è stato introdotto il numero chiuso. Ma si cerca comunque di limitare il danno. Anzi, di invertire la tendenza all’erosione. 

«Lo studio dell’Ispra, pubblicato nel 2010, ci è servito come punto di partenza. Da quando abbiamo bloccato il passaggio sulle dune, c’è stata una crescita della superficie della spiaggia. Un aumento piccolo, ma significativo», dice il sindaco di Stintino, Antonio Diana. Eletto per la prima volta nel 2007 e giunto al terzo mandato, ha messo tra i principali obiettivi la tutela della Pelosa. «Nel 2022 non mi ricandiderò, dopo trent’anni di politica è il momento di dire basta, ma a chi verrà dopo di me voglio lasciare un progetto importante». Che va oltre il nuovo regolamento e comprende lo smantellamento progressivo della strada che costeggia dall’alto la spiaggia, per ricostituire la duna ben oltre le dimensioni attuali. Due aree poco distanti dalla Pelosa verranno usate come parcheggi, per raggiungerla ci sarà poi un collegamento pubblico e infine una nuova passerella.

Secondo il nuovo regolamento, la Pelosa potrà essere raggiunta con i mezzi - © www.giornaledibrescia.it
Secondo il nuovo regolamento, la Pelosa potrà essere raggiunta con i mezzi - © www.giornaledibrescia.it

Gli espropri sono iniziati, il Comune conta di appaltare i lavori entro il prossimo anno: «Ci sono state poche resistenze, chi ha cercato di opporsi, cioè i titolari delle case della zona, si è poi reso conto che le proprietà varranno molto di più». Il regolamento, nel frattempo, è stato recepito senza troppi problemi da chi frequenta la spiaggia: «Le sanzioni si contano sulle dita di una mano», prosegue Diana. 

E se con le future modalità di accesso i turisti in zona diminuiranno, pazienza. Stintino ha comuque altre zone pregiate come le Saline e Ezzi Mannu (sulla quale incombe una centrale dell’Enel che fa molto copertina del disco dei Supertramp, «Crisis? What crisis?»). Le strisce blu della Pelosa, sul mercato a un euro e mezzo all’ora, due nel fine settimana, sono una voce non indifferente del bilancio comunale, ma  «tutte quelle presenze rappresentano comunque un costo, considerando la pulizia, la manutenzione e il personale che impieghiamo sul posto».  Da quest’anno ci sono poi i raccoglitori per i mozziconi di sigarette, in modo che i bagnanti non li lascino sulla spiaggia: tra l’inizio della stagione vacanziera e luglio ne sono stati recuperati venticinque chili.

La spiaggia di Ezzi Mannu a Stintino - © www.giornaledibrescia.it
La spiaggia di Ezzi Mannu a Stintino - © www.giornaledibrescia.it

La Pelosa, per oltre la metà libera e in parte attrezzata con sdraio e ombrelloni, non tornerà il paradiso incontaminato vagheggiato dai locali e dai turisti di più lungo corso, ma non sparirà. Almeno, nel breve periodo, si spera, dato che in prospettiva bisogna comunque tenere conto dei rischi legati alle mareggiate e dell’innalzamento del livello del Mediterraneo legato al cambiamento climatico (3,4 millimetri l’anno negli ultimi due decenni, dice Fabrizio Antonioli dell’Enea). Mentre la ressa inizia a sparire, attorno all’ora di cena, anche i venditori ambulanti raccolgono le loro merci: quelli sulla strada destinata a sparire e quelli che, visto il divieto di vendita sulla spiaggia, hanno messo assieme un paio di piccole piattaforme galleggianti sull’acqua. Cristallina, che lascia sulla pelle un pensiero stupendo, mai provato da altre parti. Chissà perché l’hanno chiamata così, la Pelosa. «Ce lo chiediamo anche noi - ammette il sindaco -. Ci sono tracce del nome già nei documenti della metà del Seicento». Ma non ci sono spiegazioni, come a volte capita con le cose più belle.

 

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