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Bisogna cambiare tutto perché tutto torni come prima, anzi meglio

Antonio e Andrea Checcucci, contitolari dello Studio Colombo, spiegano perché investire nel mercato immobiliare d’impresa conviene.
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Antonio e Andrea Checcucci, contitolari dello Studio Colombo, spiegano perché investire nel mercato immobiliare d’impresa conviene.

Questo 2020 sarà uno di quegli anni che verranno ricordati nei libri di storia e nei racconti di chi lo ha vissuto, segnato com’è stato da un’emergenza sanitaria planetaria senza precedenti; e proprio per questo un anno di enormi cambiamenti. E ora che sta volgendo al termine – non solo il 2020 ma auspicabilmente anche la crisi che l’ha caratterizzato - è tempo di bilanci: come hanno reagito le imprese bresciane a questa tempesta? Più nello specifico, quali tendenze hanno attraversato il mercato immobiliare non residenziale e quali sono i suoi possibili scenari futuri?

Ne parliamo con i maggiori esperti del settore immobiliare per l’impresa di Brescia: Antonio e Andrea Checcucci, contitolari dello Studio Colombo, che dal 1979 è al fianco delle aziende per guidare al meglio le loro scelte immobiliari (capannoni, uffici e negozi).

«Non si può affermare che quest’anno fosse iniziato con le migliori premesse – prende la parola Andrea Checcucci - perché dopo tre anni molto positivi (2016-2018) uscivamo da un 2019 che invece non aveva fatto scintille. Da quando a febbraio hanno iniziato a circolare le prime e preoccupanti notizie, la situazione è precipitata repentinamente, prima con la zona rossa e poi con il lockdown nazionale. A quel punto l’umore di tutti, imprenditori e non, era crollato e al telefono non si faceva che ripetersi frasi di circostanza del tipo «aspettiamo, stiamo a vedere o speriamo bene..». Ma nel bresciano non siamo abituati a temporeggiare o a stare con le mani in mano, e così ci si è rimboccati tutti le maniche e, dopo una parentesi fatta di punti di domanda, ci si è rimessi al lavoro».

«Durante il fermo dell’intero Paese – continua – ricordo che abbiamo trascorso ore al telefono con i nostri clienti per confrontarci e capire come mandare avanti le operazioni iniziate e gestire le nuove richieste. Il nostro obiettivo primario è stato quello di continuare a mettere a disposizione degli imprenditori gli spazi di cui necessitavano e siamo riusciti a farlo ricorrendo a una buona dose di flessibilità e apportando le modifiche del caso alla routine professionale: le visite non erano più fisiche, naturalmente, ma avvenivano attraverso video chiamate o con invio di fotografie; le conoscenze e le trattative avevano luogo su Skype, i contratti si inviavano per email e la consegna delle chiavi era programmata esclusivamente per posta. Ma pur nelle difficoltà, non ci siamo mai fermati e oggi riesco a rivedere i mesi di incertezza in un’altra luce: paradossalmente abbiamo dovuto sì rallentare, ma abbiamo anche imparato a velocizzare alcuni passaggi. Alla riapertura a maggio le attività sono ripartite, le richieste immobiliari si sono fatte molto mirate e le decisioni veloci. Per questo penso che nel complesso, anche per tutelare al meglio la sicurezza, si sia registrata un’ottimizzazione in tutte le fasi del lavoro».

«In materia di tendenze, il 2020 è stato caratterizzato dalla locazione, che è esplosa soprattutto negli ultimi mesi: molte aziende, infatti, hanno preferito stipulare contratti di affitto in modo da potersi riorganizzare e pianificare un acquisto negli anni a venire. Al pari della locazione, poi, si è riattivato anche il mercato dell’investimento immobiliare, ovvero l’acquisto dell’immobile al fine di locarlo o già locato, per ottenere una rendita. Credo che questi fenomeni siano riconducibili a due cause: da un lato i prezzi di acquisto sono ancora molto buoni dato che sono rimasti fissi, mentre la ripresa delle locazioni va a creare un “gap” per cui la nuova redditività lorda degli immobili – soprattutto industriali – è passata dal 5% di qualche anno fa al 7% attuale. Dall’altro lato, si rileva una minore volatilità dell’immobiliare rispetto all’altro grande mercato degli investimenti: ormai tutti conosciamo bene il grafico dell’indice della borsa italiana, che a marzo ha visto uno dei maggiori crolli della sua storia (molti titoli hanno perso il 70% del loro valore in un mese). Mentre nel mercato degli immobili si nota al limite l’allungamento del tempo di ricollocazione e una perdita massima di valore fino  al -5% (la borsa si sta riprendendo nell’ultimo mese, ma per quanto ottimismo ci sia molti dei grandi titoli italiani sono ancora al -40% dall’inizio dell’anno)».

«Ora ci sentiamo di dire – interviene Antonio Checcucci – che la sensazione generale degli operatori sia di poter effettuare, in questi mesi, ottimi acquisti in termini di prezzo e anche di qualità di immobili e ci auguriamo che questo binomio sia la leva per rilanciare il mercato nel 2021. Lo Studio Colombo nell’anno in corso ha collocato più di 70.000 mq di immobili per l’impresa in varie operazioni: per conto di imprenditori ma anche di multinazionali, che hanno intenzione di ricostruire o riattivare nel territorio bresciano unità produttive o di logistica, creando di conseguenza nuovi posti di lavoro (in definitiva è la cosa di cui più c’è bisogno in questo periodo). Quest’ultimo elemento ci rende particolarmente orgogliosi – concludono i Checcucci - perché stando ogni giorno al fianco di settori oggi molto penalizzati come turismo, ristorazione e intrattenimento, vediamo che tutti stanno facendo grandi sforzi per ripartire tra le mille difficoltà, consapevoli che chi investe oggi fa da traino anche agli altri».

Lo Studio Colombo & Checcucci Srl da oltre 40 anni è leader a Brescia nel campo dell’intermediazione immobiliare per l’impresa, fornendo la sua consulenza nelle compravendite e locazioni di stabilimenti industriali, capannoni artigianali, magazzini per logistica, terreni, uffici, negozi e immobili per investimento. Tanto da diventare punto di riferimento per tutte quelle aziende locali, nazionali e internazionali che necessitano di una nuova sede o di un ampliamento nel territorio; soprattutto negli ultimi anni si è contraddistinto per la ricerca di immobili che derivano da banche e fondi e cosiddette NPL, non solo per utilizzo diretto ma anche per investimento, dato l’ottimo rapporto qualità/prezzo e l’alta redditività.

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