Santi i genitori che cercano di solcare il mare in burrasca

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Genitori di Federica, genitori di Barbara, genitori di Achille, di Gianluca, Mimmo, Hamza, Chiara, Mario, Renato, Ludovica... E l’elenco è infinitamente eterno e innaturale come assurdamente innaturale è vedere, orrendamente allibiti, il proprio figlio anticipare la Sua partenza verso stelle, cielo, rugiada di luce, mistero. Questi sono genitori Santi. E li riconosco dagli occhi, gli stessi di mia madre che mi hanno trafitto il cuore, di mio fratello e della sua dolce moglie. Per me i giorni di giugno ora passano tra smarrimento e morse al cuore, nel ricordo di un tempo dai bordi addentati che soffocano a tratti il respiro. Proprio in questi giorni, in modo quasi provvidenziale, ho letto parole di Santi genitori sul giornale a cui il direttore ha la grande sensibilità di dare spazio e voce. Sono parole sante e colme di inaudita speranza, ma quanto dolore le ha partorite, un dolore che perseguita, che fa spegnere la mente, sveglia inorriditi e intorpiditi. Penso all’amica-sorella Gina... Eppure con l’alba che si apre nei colori rosa della luce è lo stesso figlio poeta che la incoraggia a vedere dietro i vetri il miracolo della vita. Quello stesso figlio che non avrebbe mai pubblicato le innumerevoli poesie opere d’arte, tanta umile riservatezza albergava nella sua anima. Poi lei ha colto che l’immortalità di un verso poteva sostenerla e eternizzarlo ed ha avuto la forza di pubblicare per lui la raccolta «Per poco tempo» di Cosimo Russo. Nella mia cara terra salentina è ormai oggetto di studio tra conferenze universitarie e presentazioni ovunque. Gina è una madre Santa, come tutte le madri sotto una croce gigantesca che spezza l’anima. La stessa croce di mia madre, di mio fratello - mio alter ego - e cognata - persona buona del mondo. Penso alla loro fede che solca mari in burrasca... Alla vita che continua nei piccoli nipotini Gianluca, Gaia, Angel e Marianna... E ci si fa strada tra le sterpaglie della vita, si dà luce ai pensieri per non sprofondare nel nulla più nulla. Santi questi genitori e non noi che ci arrovelliamo per i problemini dei nostri figli di sicuro risolvibili se solo doniamo loro ascolto. I nostri figli vanno ascoltati. Non possiamo permettere ad un mezzuccio digitale di prendere il nostro posto sacro. Ascoltare è un’arte eccelsa. È un bisogno straordinario: ascoltando sciogliamo i nodi gordiani di ogni malessere. Santi questi genitori che si pongono cautamente, quasi furtivamente, in ascolto dei loro figli nella luce, scrutando con occhi profondi fiori, rondini, cieli, sassi, muretti, mare, albe, tramonti , esplosioni di colori, farfalle, fili d’erba, sorrisi, nuvole, abbracci luminosi, pozzanghere, alberi, foglie in volo, arcobaleni, cuori, coccinelle. E nella magia del silenzio, che solo loro sanno veramente interiorizzare, abbracciano disperazione e speranza, vorrebbero essere stritolati e così morire felici in quell’ultimo abbraccio. E quando dormono sono ancora con i loro figli... Al di là di tutto ogni giorno si risvegliano arrancando gli istanti, portando un sacco di cemento su una montagna di notte, un peso cementato nel loro corpo, attraversando un fitto sottobosco, ma si risvegliano e sanno che «ci vuole coraggio a buttarsi giù dal letto la mattina e scalare il giorno». Esempio illuminante per tutti! Perdonate il delirio di onnipotenza che sgorga impetuoso dalla mia mente: non me ne vogliano i benpensanti... dichiaro questi genitori Santi!

// Lucia Trane
Bedizzole

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