La voglia di chiarimenti dopo un litigio

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Può capitare, dopo una discussione, un litigio anche banale conclusosi apparentemente senza vinti né vincitori, di arrovellarsi sull’esito inconcludente, di sentirsi insoddisfatti. In definitiva, si teme di non avere chiaramente espresso le proprie ragioni, di non essere stati compresi, restando così intrappolati in un limbo di incertezza e di ingiusta solitudine. A quel punto lei è perseguitata dalla voglia matta di «ritornarci sopra» per un chiarimento che evidenzi meglio il suo punto di vista, per capire se si è spiegata, se qualche particolare è sfuggito. Ma lui, comodamente seduto alla ricerca del telecomando, ha già la testa altrove e al primo tentativo di riprendere l’argomento controverso, la raggela con un secco «ancora!» per seppellire ogni ulteriore tentativo di approfondimento, quasi a voler evitare che l’aggiunta di altre spiegazioni possa magari far prevalere le ragioni della controparte. E così lei si sente espropriata nella sua presunta abilità dialettica e, mortificata nell’orgoglio, si ritrova a rimuginare sul vuoto di una discussione che lei, con la sua mentalità femminile, vorrebbe affrontare compiutamente senza, peraltro, la pretesa di imporre le sue motivazioni. Cosa rimane da fare? Saggezza consiglierebbe un bel tacere contando sulla fiducia che lui rifletta con calma, in solitudine, e magari convenga sul suo punto di vista, già prevedendo che, in ogni caso, lo ammetterà solo con se stesso. A volte lei sceglie istintivamente di atteggiarsi a vittima, per metterlo a disagio - forse -, per fargli capire che si sente incompresa e quindi delusa. La terza opzione potrebbe comportare l’abbandono strategico del conflitto, come se nulla fosse accaduto, nella convinzione che, probabilmente, il tempo galantuomo e le circostanze consentiranno presto di stabilire quale dei due contendenti aveva visto giusto. Verrebbe in tal modo a ricomporsi in santa pace il dissenso, a condizione che il «vincitore» abbia l’accortezza di tenere a freno la propria soddisfazione emotiva in caso di rivincita.

// Adriana Pasini
Brescia

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