Ciclisti inseguiti dal vigile sulla Gavardina

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Domenica 9 settembre ritornando da una pedalata sul lago, imbocchiamo la ciclabile Gavardina, a Gavardo, dal nuovo ingresso realizzato dalla locale amministrazione comunale nei pressi del ponte sul Chiese. I gavardesi ed i frequentatori della ciclabile conoscono bene il luogo di cui stiamo parlando. Tale nuovo ingresso è stata realizzato a causa delle sollecitazioni degli abitanti di via Sormani che lamentavano la maleducazione dei frequentatori a due ruote della ciclabile Gavardina nell'ultimo tratto. All'uopo, in un primo tempo, sono stati posizionati dei dissuasori (cunette artificiali di materiale plastico) per rallentare la velocità dei ciclisti.
Tali dissuasori probabilmente non hanno dato risultati sufficienti tanto che il sindaco di Gavardo con una ordinanza ha deciso di chiudere al traffico a due ruote l'ultimo tratto di Gavardina dal Ponte sul Chiese fino al termine di via Sormani. Sul fatto che ci siano ciclisti maleducati e che non rispettano gli altri fruitori della ciclabile siamo d'accordo. I ciclisti sono uomini e tra questi sicuramente vi è una parte piccola di maleducati ma è così per tutte le categorie sociali: così come ci sono uomini stupidi, ci sono ciclisti stupidi o politici stupidi, o poliziotti stupidi o avvocati stupidi e l'elenco ovviamente potrebbe continuare. Non per questo si può condannare una intera categoria altrimenti dovremmo farlo per l'elenco sopra citato. Sul fatto che vi siano stati anche incidenti tra i ciclisti e pedoni siamo sulla stessa linea. A questo punto la 45 bis dovrebbe essere chiusa al traffico motorizzato visto che settimanalmente accadono incidenti tra mezzi motorizzati!
Ma ritorniamo a ciò che accaduto la mattina del 9 settembre. Dicevamo dell'imbocco della ciclabile, ci accorgiamo che a «presidiare» il divieto di transito ai ciclisti, proprio nel punto in cui la biforcazione divide i flussi tra ciclisti e pedoni, è ferma un Fiat Panda della Polizia locale di Gavardo.
Ragionandoci la cosa non ci pareva logica o perlomeno ci pareva esagerata. Il primo pensiero correva ad una possibile manifestazione transitante per quel luogo. Proseguiamo ma, dopo aver percorso qualche centinaia di metri in direzione di Prevalle, perplessi, ritorniamo sulle nostre pedalate per verifìcare la cosa. Il vigile, vedendoci ritornare indietro e intuendo, forse, le nostre perplessità ci indica col braccio fuori dal finestrino il divieto ai ciclisti. A quel punto la cosa ci è sembrata veramente assurda ed a quel punto abbiamo pensato di «testimoniare il fatto» scattando col cellulare (maledetta tecnologia!) una fotografia. Accortosi di questo il vigile scende dall'auto, forse per venirci incontro, non sappiamo per fare cosa, ma certamente non per complimentarsi con noi. Al che pensiamo bene di allontanarci dal luogo del «misfatto», incuranti dell'apprensione delle forze dell'ordine e certi che la cosa fosse finita lì. Ed invece... Il solerte difensore della legge accesi i lampeggianti sul tetto della vettura, incurante del flusso dei numerosi ciclisti che transitavano in senso contrario (che potranno testimoniare il fatto), si mette ad inseguire due tra i più pericolosi fuorilegge e nemici dello Stato. Due sporchi ciclisti che, sicuramente, nel corso della loro vita avranno più volte percorso la Gavardina, incuranti del divieto, magari anche di notte, perché il loro gesto non potesse essere colto da alcunché. Pericolosi sobillatori, nemici dello Stato, che sicuramente saranno stati tra gli «scalmanati» che hanno protestato per la chiusura della ciclabile. Insurrezionisti che dovrebbero essere rinchiusi in un gulag nell'isolo di Gavardo ed obbligati ai lavori forzati nella costruzione di un mausoleo per il sindaco Vezzola, l'illuminato politico difensore dei diritti dei deboli (i frontisti di via Sormani) che a spada (carta bollata in questo caso) respinge il popolo invasore a due ruote. Purtroppo l'inseguimento del vigile termina quando si trova di fronte al cartello, posto al centro della carreggiata, che limita il passaggio ai soli pedo-ciclisti nel tratto verso Prevalle. In quel punto è stata creata una controcorsia che corre parallela alla Gavardina ed alla 45 Bis che permette il transito ai frontisti. Ed è con nostra estrema sorpresa quando ci accorgiamo che il vigile sembra voler continuare l'inseguimento percorrendo proprio tale strada probabilmente attendendoci al ponte sul Naviglio in località Motella a Prevalle.
Di questo non abbiam certezza poiché abbiamo accuratamente evitato di arrivarci preferendo rientrare ai nostri domicilii da altra via. Siamo convinti che il vigile urbano o meglio il rappresentante della Polizia locale osservasse un ordine superiore, probabilmente del suo diretto Comandante, obbligato a far rispettare l'ordinanza del sindaco ma alcune domande ci sorgono spontanee.
1) A noi pare eccessivo far piantonare un tratto di strada vietato ai ciclisti, con questo principio probabilmente avremmo necessità di un esercito intero per garantire la sicurezza ai pedoni; pertanto ci piacerebbe conoscere i motivi che hanno portato a tale decisione.
2) Riguardo la sicurezza pubblica il passaggio di ciclisti in un tratto di strada a loro vietato è tra i reati più importanti da contrastare, in un giorno festivo, tra quelli che possono essere compiuti?
3) È reato in un luogo pubblico scattare una fotografia ad un rappresentante delle forze dell'ordine nell'espletamento delle sue funzioni?
4) A quale scopo il vigile urbano ha deciso di inseguirci tra l'altro mettendo a repentaglio l'incolumità di coloro che transitavano, in senso contrario, in quel tratto della Gavardina particolarmente stretto?
Le cose sono andate esattamente così come le abbiamo raccontate, e ci sono diversi testimoni che lo possono confermare, usando un po' d'ironia per non scaldare gli animi. Ci rammarichiamo, innanzitutto, di non aver chiesto chiarimenti al vigile sulla sua presenza in quel luogo forse i nostri dubbi sarebbero stati fugati immediatamente. Ed è con lui che ci scusiamo in considerazione del fatto che stesse eseguendo degli ordini superiori magari non condivisi.
Il tutto però ci pare una reazione sproporzionata dal piantonare il divieto all'inseguimento a mo' di Commissario Basettoni sulle tracce della Banda Bassotti. E visto che la nostra fuga ha avuto successo abbiamo dimostrato la superiorità della bicicletta sull'auto, se ancora ce ne fosse bisogno!
Se abbiamo travisato il tutto, invece, ce ne scusiamo con tutti.
Per ultimo inutile dire che in tutta Europa ed anche in molte località italiane la mobilità ciclabile è favorita essendo una delle soluzioni al problema dell'inquinamento e della invivibilità delle nostre città. Certi atteggiamenti non mi pare vadano in tal senso.
Mariano Mazzacani

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