Italia e Estero

Voli cancellati dal Covid, l’Ue boccia i voucher per il rimborso

Avviata la procedura d’infrazione per Italia e Grecia. «Ai cittadini la scelta tra denaro e altre forme»
I cittadini hanno diritto a scegliere tra rimborso in denaro o altre forme - Foto Epa/Narong Sagnak
I cittadini hanno diritto a scegliere tra rimborso in denaro o altre forme - Foto Epa/Narong Sagnak
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I voucher sui viaggi costano caro all’Italia e anche alla Grecia. La Commissione europea ha infatti inviatoa Roma e ad Atene una lettera di costituzione in mora - che corrisponde alla prima fase delle procedure di infrazione - per non avere rispettato le regole sui diritti dei passeggeri. Il tema riguarda i cosiddetti voucher di importo, che vengono usati dalle compagnie di trasporto per rifondare il costo di biglietti acquistati dai passeggeri prima che scoppiasse la pandemia di coronavirus e che non sono stati utilizzati anche a seguito della chiusura dei confini.

I due Paesi, mette nero su bianco l’esecutivo comunitario, hanno adottato una legislazione che consente alle compagnie di offrire voucher come unica forma di rimborso. Ma - ricorda Bruxelles - ai sensi dei regolamenti sui diritti dei passeggeri dell’Ue, questi hanno il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro e altre forme di rimborso. Pertanto, «non consentendo tale possibilità di scelta», è scattata la prima fase della procedura.

L’Italia e la Grecia hanno adesso due mesi di tempo per rispondere a quanto chiesto da Bruxelles. Il commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton ha spiegato: «Se i cittadini prenotano una vacanza e le circostanze cambiano a causa della crisi» del coronavirus, allora «devono vedere tutelati i loro diritti». E in base alle «raccomandazione della Commissione il rimborso sotto forma di voucher può essere solo una scelta facoltativa del viaggiatore».

In campo anche il Codacons che ricorda di avere presentato l’esposto alla Commissione Europea. «Ora il governo, se non vuole andare incontro a severe sanzioni, deve modificare subito la norma. Da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori arriva l’affondo: «Vittoria. Ora il ministro Franceschini, il fautore dei voucher, si deve dimettere».

 

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