Italia e Estero

Una sentenza rende la multa impugnabile

Una questione di cavilli destinata a far discutere ancora
L’impianto. Un autovelox fisso
L’impianto. Un autovelox fisso
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La notizia è dei giorni scorsi ma sui social ha già fatto il giro del web. Il Tribunale di Firenze ha infatti accolto la domanda di annullamento di una contravvenzione per eccesso di velocità perché il dispositivo, funzionante in assenza di pattuglie, era stato installato in un’area priva di banchina per la sosta di emergenza.

In attesa di eventuali giudizi di grado superiore, il pronunciamento costituisce un importante precedente, seppur non vincolante, che rischia di influenzare gli orientamenti di altri Tribunali e che potrebbe aprire la strada a una serie di ricorsi.

Questa sentenza chiarisce infatti che «solo nelle strade urbane di scorrimento è possibile attivare il controllo elettronico della velocità dei veicoli nei centri abitati, senza la presenza degli agenti ma sempre con l’autorizzazione della Prefettura e purché il manufatto abbia una banchina idonea a permettere la sosta di emergenza dei veicoli».

La sentenza, depositata il 26 settembre, è originata da un ricorso presentato da un automobilista, multato con un apparecchio posizionato nel centro abitato, in una strada classificata come urbana di scorrimento. Nella domanda, il ricorrente aveva eccepito che il tratto in questione non può essere considerato tale per mancanza di una banchina per la sosta d’emergenza. E la legge n. 168/2002 prevede che gli autovelox possano essere impiegati in maniera automatica solo su certi tipi di strade» con una specifica autorizzazione del Prefetto. E nei centri urbani questo nulla osta può essere rilasciato «in riferimento solo alle strade con almeno 2 corsie per senso di marcia e carreggiate indipendenti».

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