Italia e Estero

Raúl Castro esce di scena, la Revolucion di Cuba volta pagina

L'annuncio del ritiro del fratello di Fidel, per L'Avana segna l'avvento di una nuova generazione al potere
  • Raúl Castro, da Fidel a Obama e a Papa Francesco
    Raúl Castro, da Fidel a Obama e a Papa Francesco
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Raúl Castro Ruz, primo segretario del Partito comunista cubano (Pcc), ha annunciato durante la prima giornata a L'Avana dell'ottavo Congresso della  formazione politica che guida Cuba, la sua intenzione di «abbandonare le sue funzioni». Spiegando la decisione, peraltro già anticipata tre anni fa,
Castro, che ha 89 anni, ha assicurato di essere contento «di consegnare la direzione del Paese a un gruppo di persone preparate e impegnate con l'etica, i valori della cultura e la Nazione».

«E un giorno Cuba voltò pagina». Un video evocativo della figura e del pensiero di Fidel Castro ha aperto ufficialmente nel Palacio de Convenciones di L'Avana il Congresso che di fatto sancisce l'uscita di scena politica ufficiale della famiglia Castro e l'arrivo al potere di una generazione più giovane, guidata dal presidente della repubblica Miguel Daz-Canel.

Il Congresso, che durerà quattro giorni, vedrà infatti anche l'ingresso di volti nuovi, di personalità nate dopo la Revolucion del 1959, tra i 17 membri del Bureau Poltico. Le luci, gli applausi, l'iconografia tradizionale del comunismo cubano con i volti di José Martì e Ernesto Che Guevara e lo slogan «Il partito è l'anima della rivoluzione» hanno preceduto il saluto introduttivo di José Ramn Machado Ventura, secondo segretario del comitato centrale del Pcc, che a 90 anni, è uno degli ultimi due esponenti della linea dura castrista al potere, insieme al comandante Ramiro Valdés, di 88 anni.

Raúl Castro saluta l'assemblea del Congresso del Partito Comunista di Cuba - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Raúl Castro saluta l'assemblea del Congresso del Partito Comunista di Cuba - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

I media ufficiali hanno esaltato il significato dell'appuntamento, ricordando che esso coincide con i 60 anni della proclamazione del carattere socialista della rivoluzione cubana, e anche ai 60 anni (oggi) dallo smacco subìto dagli Stati Uniti con il fallimento della cosiddetta «Invasione della Baia dei Porci»: l'operazione tentata senza successo dalla Cia per sovvertire il regime castrista. Una ferita che non si rimargina con la permanenza di 59 anni di un rigido embargo e di sanzioni da parte di Washington. Con il portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, che ha confermato come un cambiamento della politica Usa nei confronti di Cuba non sia una priorità per l'amministrazione Biden, che seguirà comunque con attenzione i cambiamenti al vertice del Paese caraibico.

In concomitanza con il ritiro di Raùl Castro, è emerso anche un risalente tentativo di eliminarlo ad opera della Cia. Era il 1960 quando fu pianificato quello che gli analisti ritengono essere il primo tentativo dell'agenzia di intelligence americana venuto alla luce di assassinare un leader della rivoluzione cubana,  offrendo 10mila dollari a un pilota che doveva condurre il fratello di Fidel da Praga all'Avana affinchè provocasse un «incidente»: lo rivelano dei documenti declassificati, ora pubblicati dal National Security Archive di Washington.

Il pilota, Jose Raul Martinez, reclutato dalla Cia, aveva chiesto in cambio e ottenuto dall'agenzia che avrebbe fornito una istruzione universitaria ai suoi due figli se fosse morto durante l'operazione. Dopo che Martinez è partito per Praga, tuttavia, il quartier generale della Cia negli Stati Uniti decise di annullare la missione. «Non proseguire nel piano» si legge in un messaggio inviato all'Avana. Messaggio però mai ricevuto da Martinez, ormai partito e irraggiungibile. Fu però, comunque, egli stesso a non portare a termine quanto ordinato: tornato a Cuba, il pilota disse al suo referente di non avere avuto «l'opportunità di provocare un incidente come avevamo detto».

La vicenda getta comunque nuova luce su «un passato oscuro e sinistro nelle operazioni statunitensi contro la rivoluzione cubana», ha detto alla Afp Peter Kornbluh, analista del National Security Archive. «Mentre l'era castrista giunge ufficialmente al termine, i politici statunitensi hanno l'opportunità di lasciarsi alle spalle questo bagaglio storico e impegnarsi nel futuro post-castrista di Cuba». Lo stesso Fidel Castro ha sfidato 11 presidenti americani ed è sopravvissuto a numerosi complotti per assassinarlo, 638 secondo il Guinness dei primati, oltre al tentativo fallito di un sbarco Usa alla Baia dei Porci, 60 anni fa.

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