Italia e Estero

Non è certo che il coronavirus scomparirà con il caldo

Secondo gli esperti intervistati da 3bmeteo «non è detto che il virus sia maggiormente legato al freddo»
Una coppia a passeggio al Parco Sempione - Foto Ansa/Mourad Balti Touati © www.giornaledibrescia.it
Una coppia a passeggio al Parco Sempione - Foto Ansa/Mourad Balti Touati © www.giornaledibrescia.it
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«Ad oggi non è ancora certo che il nuovo coronavirus sia un virus maggiormente legato al freddo e non si può affermare che con il caldo scomparirà»: è il parere di Giancarlo Icardi, professore di Igiene all'università di Genova, interpellato dai metereologi di 3Bmeteo.com che prevedono un «irruzione di aria artica tra oggi e domani».

Secondo Icardi, «considerato che i casi stanno aumentando ci possiamo aspettare che marzo e aprile saranno due mesi di sofferenza dal punto di vista sanitario, mentre è ancora presto per stabilire se ci sarà un effettivo calo dei contagi nella prossima estate». Ad ogni modo, «l'aria aperta dovrebbe aiutare a limitare gli effetti del virus, se non altro perché si riducono le situazioni di stretto contatto collettivo in ambienti chiusi», aggiunge il professor Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, l'altro esperto consultato da 3BMeteo per capire le eventuali relazioni tra la diffusione del Covid-19 e il clima.

«In linea generale - osserva poi Icardi - non si può affermare che le zone tropicali possano essere esenti dalla diffusione del virus. Le temperature attorno ai 30 gradi limitano i coronavirus, tuttavia gli elevati tassi di umidità tendono a "proteggere" i virus». Entrambi gli esperti, infine, sono concordi nell'affermare che il vento non è veicolo di trasmissione significativo del nuovo coronavirus. 

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