Italia e Estero

«Nessuna ideologia giustifica la barbarie»

I presidenti di Senato e Camera hanno inviato messaggi al sindaco Del Bono nel giorno in cui Brescia ricorda la strage
  • Strage di piazza Loggia, il 46esimo anniversario
    Strage di piazza Loggia, il 46esimo anniversario
  • Strage di piazza Loggia, il 46esimo anniversario
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    Strage di piazza Loggia, il 46esimo anniversario
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«Desidero unirmi al ricordo di una città che attraverso la memoria dei tragici fatti accaduti il 28 maggio 1974, vuole rinnovare la sua solidarietà alle famiglie delle vittime e l'opposizione netta a qualsiasi uso del terrore quale strumento di lotta politica». Lo scrive il presidente del Senato Elisabetta Casellati in un messaggio inviato al sindaco di Brescia Emilio Del Bono in occasione del 46esimo anniversario della Strage di Piazza della Loggia.

«Non vi è giustificazione ideologica che possa legittimare la barbarie e la follia di una esplosione che ha privato donne e uomini del bene più prezioso, colpendo al cuore una collettività che esercitava la propria libertà di manifestazione del pensiero - aggiunge -. Da quel terribile giorno, ci sono voluti moltissimi anni per arrivare a una sentenza definitiva di condanna. Anche grazie alla mobilitazione di un'intera città che non ha mai smesso di lottare per la verità e la giustizia, la strage di Brescia ha ora dei colpevoli. Rievocare le dinamiche di quella terribile deriva di terrore e comprendere pienamente le cause che ne sono state all'origine, è di fondamentale importanza. Costruire gli strumenti di conoscenza significa infatti agire
concretamente per prevenire e scongiurare il rischio di nuove violenze».

Anche il presidente della Camera Roberto Fico ha rivolto un messaggio al primo cittadino di Brescia e per suo tramite a tutta la cittadinanza. «A distanza di così tanti anni è ancora forte lo sgomento e la commozione per l'attentato in cui persero la vita otto persone e ne furono ferite più di cento. Uno dei più gravi atti di quella strategia della tensione che aveva come obiettivo quello di sovvertire le libertà e le istituzioni democratiche, nel tentativo delirante di arrestare l'importante percorso di sviluppo civile e democratico intrapreso dal Paese».

«Di quegli "anni di piombo", che i più giovani non hanno conosciuto e che oggi ci sembrano così lontani, restano ancora molte ferite: il dolore, ancora vivo, nel ricordare un'intera comunità ostaggio di un nemico fratricida che poteva colpire chiunque in ogni luogo, e l'esigenza, ancora drammaticamente attuale, di fare piena luce sulle pagine ancora oscure del nostro passato. L'unico modo per rimarginare queste ferite è rispondere alle istanze di verità e giustizia che per troppo tempo sono state disattese. È un dovere che un Paese democratico come il nostro deve onorare nei confronti delle vittime, dei loro familiari e della comunità intera», conclude.

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