Italia e Estero

Lavorate in smart working? Trasferitevi in un piccolo borgo

Tra i risvolti inattesi dell'impatto del Covid sulla vita degli italiani c'è infatti la riscoperta dei piccoli comuni
Candela, in provincia di Foggia, è a rischio spopolamento
Candela, in provincia di Foggia, è a rischio spopolamento
AA

I piccoli borghi, benedetti dal turismo in questa estate dopo l’emergenza Covid, cercano smart worker. Tra i risvolti inattesi dell'impatto del Covid sulla vita degli italiani c'è infatti la riscoperta dei piccoli comuni, posti dove il distanziamento è naturale e il contatto con la natura più immediato. Quest'estate hanno beneficiato di questo trend tanti piccoli comuni ed altrettanti, ora, puntano a ripopolarsi: c'è chi - sull'onda dello smart working - sta potenziando la rete internet e chi sta pensando di dare casa gratis a chi vi si trasferisce e anche sgravi fiscali.

«I borghi vanno preservati, sia per i cittadini che continuano a viverci tutto l'anno, sia in prospettiva per il turismo. L'aumento dei flussi è un fenomeno che raggiunge buoni risultati nei centri già ben organizzati, come quelli che fanno parte del circuito borghi autentici. Al contrario, può essere addirittura un problema», avverte la presidente dell'associazione Borghi Autentici d'Italia, Rosanna Mazzia. Che, al contempo, lancia un appello agli italiani: «Se lavorate in smart working considerate la possibilità di trasferirvi nei borghi, anche per brevi periodi. L'importante è che sia presente una connessione internet stabile».

Ad oggi i Comuni italiani che rischiano lo spopolamento, sono tantissimi. Trecento i casi più «gravi», ovvero quelli che - come spiega il delegato dell'Anci Massimo Castelli - hanno perso dal 1971 ad oggi il 50% della loro popolazione, con punte dell'80%. «È una delle prime emergenze nazionali, ma il vuoto di oggi può diventare materia per il futuro - afferma Castelli, anche sindaco di Cerignale in provincia di Piacenza -. Il lockdown ha fatto capire alle persone l'importanza degli spazi, dei rapporti umani e dell'aria pura, è arrivato lo smart working. Insomma, gli ingredienti per un ripopolamento ci sono tutti, ma per metterli a frutto serve il 'lievitò normativo».

La richiesta al governo è di «un programma organico per invertire la rotta puntando sul lavoro» attraendo così nuovi abitanti. Dunque: «banda larga; vantaggi fiscali - anche a tempo - per chi vive o fa impresa nei centri a rischio spopolamento; servizi». Non solo: «In Italia - continua - ci sono 2 milioni di case abbandonate, senza contare le terre. Servirebbe una norma per poterle riutilizzare».

Uno dei Comuni del Lazio che di recente ha partecipato al bando della Regione per finanziare lo smart working è la piccola Leonessa in provincia di Rieti. Il sindaco Gianluca Gizzi sta puntando molto sulla fibra: «Già il 70% del territorio è stato cablato, nei prossimi mesi la rete dovrebbe essere completamente funzionante». Anche lui invita a prendere dimora nel suo Comune «perché abbiamo la tranquillità necessaria, il verde, siamo collegati e si respira aria di montagna. Lo spazio non manca e noi siamo pronti ad accogliere».

Dalla Puglia gli fa eco il primo cittadino di Candela (Foggia), Nicola Gatta: «Per i piccoli comuni il Covid paradossalmente rappresenta un'opportunità. È il momento di riscoprirli. Noi stiamo lavorando alla mappatura e censimento delle case vuote e sfitte. Una volta fatta, perché non darle a prezzo calmierato, o addirittura gratis, ai nuovi abitanti? In passato il bonus per nuovi residenti che abbiamo introdotto ha dato dei buoni risultati. Vogliamo continuare in questo verso, perché abbiamo un territorio da raccontare. Certo, serve potenziare il digitale». Il Comune di Candela a fine 2019 conferì a Giuseppe Conte la cittadinanza onoraria: ora l'appello del sindaco al premier è di impegnarsi al sud per «nuove infrastrutture e lavoro ai giovani, che altrimenti vanno via».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia