Italia e Estero

«L'Italia non è in una bolla, i focolai vanno spenti rapidamente»

L'aumento dei contagi in Italia alza il livello di attenzione sul Covid-19. Preoccupano i casi di importazione
Un tampone - Foto Ansa/Epa Ronald Wittek © www.giornaledibrescia.it
Un tampone - Foto Ansa/Epa Ronald Wittek © www.giornaledibrescia.it
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«L'Italia non è in una bolla. Questa settimana ci sono stati in media circa duecentomila casi al giorno nel mondo. È chiaro che siamo esposti a un contagio di rientro o alla riattivazione di focolai di trasmissione che non è stata completamente eliminata. Questa dinamica era abbastanza prevista, sta accadendo in Israele, Cina e Australia. La cosa più importante è verificare se abbiamo la capacità di individuare questi focolai e di spegnarli rapidamente. Penso che al momento il sistema abbia abbondantemente dato dimostrazioni di saperlo fare». 

Lo ha detto a Sky TG24 Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, in merito alla situazione nel nostro Paese, dove in questi giorni si è assistito a una crescita costante dei contagi da Covid-19 con alcuni nuovi focolai e cluster, come quelli in Veneto, in Emilia Romagna o nel Mantovano, che hanno alzato la soglia di attenzione. Si tratta di soggetti per lo più asintomatici, anche se c’è chi, come l’imprenditore di Pojana Maggiore, è finito in terapia intensiva, ma resta il fatto che il virus ha dimostrato di muoversi ancora molto velocemente, quando c’è il contesto adatto. Un contesto in cui influiscono l’abbassamento della soglia di attenzione, la spiaggia affollata a Iseo nonostante il numero chiuso ne è un esempio, e l’importazione dei contagi da Paesi in cui le infezioni circolano in maniera consistente.

«La strategia è molto semplice - commenta Crisanti -, bisogna testare tutti i contatti delle persone contagiate, tutti i familiari, gli amici, i vicini e i colleghi di lavoro. Se si fa questo si intercettano le persone a cui eventualmente è stata trasmessa l'infezione. Questa è la ricetta che funziona».

Ieri erano 235 i nuovi contagiati di coronavirus, con 51.011 tamponi eseguiti, circa 26mila in meno rispetto al giorno precedente. Si è trattato del quinto giorno consecutivo di aumento dei positivi. Per il vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, questi dati erano in qualche modo attesi: «Il virus circola, anche se di meno. Lo scopriranno gli scienziati se è meno aggressivo o mutato. L'evidenza è che i focolai sono sparsi ed ognuno è una battaglia. Si vince controllandoli ed evitando che si estendano. Questo è quello che ci aspetta nei prossimi mesi». Sileri conferma che per contenerli ci potranno essere lockdown su piccole aree: «Una Rsa, un paese, dobbiamo abituarci a questo ma l'evidenza clinica è rassicurante».

 

 

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