Italia e Estero

Covid, lievi segnali di frenata della pandemia in Italia

Ieri altre 300 vittime. Il Ministro ottimista sull'estate, anche se ammette che sarà ancora è difficile
Coronavirus, pandemia (simbolica) - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Coronavirus, pandemia (simbolica) - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Negli ultimi 3-4 giorni si vedono «piccoli segnali di rallentamento» ma sono ancora oggi 300 le vittime. L'andamento dell'epidemia di Covid in Italia potrebbe avere sviluppato l'inizio degli effetti delle nuove misure restrittive, «che saranno ben visibili dopo 2-3 settimane dalla loro introduzione», spiega all'Ansa il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta che analizza la situazione in particolare negli ospedali, ancora ancora in forte stress.

A rimarcare che la situazione al momento è ancora delicata è anche il ministro della Salute Roberto Speranza che si dice però ottimista per l'estate, con un progressivo miglioramento atteso in primavera grazie alle misure e ai vaccini. I dati di oggi invitano alla cautela invocata dagli esperti anche se in alcune situazioni, come nel Lazio, si raccolgono i primi segnali positivi delle restrizioni.

«Alla fine della prima settimana di zona rossa si vede un primo segnale di frenata dei contagi - ha spiegato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato - e rispetto alla scorsa domenica il numero dei casi è in diminuzione». Sono 20.159 positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 23.832. Sono invece 300 le vittime in un giorno (ieri erano state 401). I dati come sempre risentono dell'«effetto fine settimana» e le fluttuazioni giornaliere sono ormai non sono considerate significative. Il tasso di positività risale di mezzo punto al 7,2% (ieri era al 6,7%): sono infatti 277.086 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati. Sabato erano stati 354.480. E anche negli ospedali la situazione resta complessa. Sono 3.448 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 61 più di ieri nel saldo tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 232.

Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 27.484 persone, con un incremento di 423 unità nelle ultime 24 ore. Al 20 marzo in area medica il dato nazionale (41%) supera il livello di allerta del 40% con Lombardia (51%), Emilia Romagna (54%) e Piemonte (58%) che vanno oltre il 50% e le Marche che arrivano al 64%.

Nelle terapie intensive il dato nazionale (37%) è ben oltre il livello di allerta del 30% con 6 regioni che superano il 50%: Emilia Romagna, Piemonte e Umbria (53%), Lombardia (56%), Marche e Prov. aut di Trento (58%).

«Questi livelli di sovraccarico, oltre a rendere più complessa l'assistenza dei pazienti Covid, aumentano lo stress di personale e servizi ospedalieri e impongono di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non Covid».

La terza ondata si è «innestata» nella fase discendente della seconda, continua Cartabellotta, partendo da un «altopiano» con oltre 382 mila casi attualmente positivi, 17.725 pazienti ricoverati in reparti di area medica e 2.082 in terapia intensiva.

«In circa 4 settimane, questi numeri sono schizzati rispettivamente a oltre 565 mila, 27.061 e 3.387. Di conseguenza, nelle Regioni che hanno sperimentato una maggiore circolazione del virus si è presto arrivati ad una saturazione dei posti letto».

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