Italia e Estero

Covid, la Lombardia verso il cambio di colore

Da lunedì più di metà regioni italiane andrebbero in zona gialla avendo un indice Rt inferiore a 1
I Navigli, a Milano. L'ultima volta della Lombardia in giallo risale al primo febbraio - Foto © www.giornaledibrescia.it
I Navigli, a Milano. L'ultima volta della Lombardia in giallo risale al primo febbraio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Torna preponderante la zona gialla in Italia così come previsto dal decreto riaperture a partire dal 26 aprile. Da lunedì più della metà delle regioni potrebbero infatti essere nuovamente in giallo avendo un indice Rt inferiore a 1 e un'incidenza di casi sotto i 250 su mille abitanti.

Tra le Regioni indiziate di ottenere minori restrizioni ci sono Lombardia, Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto e le provincie autonome di Trento e Bolzano.

Le aperture di lunedì sono già state annunciate con certezza da alcune regioni con dati in netto miglioramento, come Lazio e Liguria. Sulle altre si attende la conferma che arriverà con la nuova ordinanza del ministero della Salute in serata. In zona arancione resterebbero invece Calabria, Sicilia, Basilicata, Campania e Toscana, che hanno un Rt vicino a 1 e un'incidenza sopra 200. La Sardegna resta in zona rossa.

«I numeri negativi di questa ondata si stanno per fortuna riducendo. Da lunedì in Lombardia dovremmo riavere un po’ della nostra libertà e rientrare in zona gialla, anche se attendiamo ancora le comunicazioni ufficiali da Roma».

Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, a margine della visita all'hub vaccinale di Cernobbio, in provincia di Como, rispondendo alle domande dei cronisti.
«Tutti si stanno impegnando per riaprire in sicurezza. Per questo - ha aggiunto il governatore - c'è un po’ di delusione rispetto alle scelte del governo, perché pensavamo che fosse il momento di dare segnali più forti ai tanti operatori, ristoratori e baristi, in primis, che si trovano in una situazione inaccettabile».

«C'era un testo - ha spiegato Fontana - che, come regioni, avevamo concordato e che all'ultimo momento è stato modificato. E ci sono delle contraddizioni che non riusciamo a decodificare, come l'orario del coprifuoco che aveva anche un valore simbolico».

«Non credo, tuttavia, che si debba parlare di strappo con il governo. Mi auguro - ha concluso il presidente - che l'istanza di rivedere le richieste delle regioni venga accolta e che, in base ai numeri positivi degli ultimi giorni, il governo possa cambiare idea».

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