Italia e Estero

Covid, Gimbe: «A parità di casi, -50% di ricoveri»

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: «Oggi la percentuale dei ricoverati si è ridotta dal 5% al 2%»
Terapia intensiva - © www.giornaledibrescia.it
Terapia intensiva - © www.giornaledibrescia.it
AA

«A parità di casi» c'è circa «il 50% di ospedalizzazioni e terapie intensive in meno rispetto alle precedenti ondate». A dirlo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione «L'Italia s'è desta» su Radio Cusano Campus.

L'efficacia dei vaccini «è maggiore per evitare ospedalizzazioni e decessi, ma c'è una buona efficacia anche nel prevenire l'infezione: 88% con due dosi - dice - nella seconda e nella terza ondata per ogni mille pazienti positivi avevamo il 5% che veniva ricoverato in ospedale e lo 0,5% che andava in terapia intensiva. Oggi la percentuale dei ricoverati si è ridotta dal 5% al 2%, quella di chi va in terapia intensiva si è ridotta dallo 0,5% allo 0,27%. Nelle ondate precedenti, a parità di casi, avremmo avuto il doppio di persone ricoverate e in terapia intensiva».

Parlando della campagna vaccinale, Cartabellotta spiega: «Stiamo mantenendo la media di 530-550mila somministrazioni al giorno, anche se la percentuale delle prime dosi è progressivamente diminuita. Per il terzo trimestre aspettavamo 94 milioni di dosi, ma di fatto J&J e Astrazeneca probabilmente non arriveranno più visto che non li stiamo utilizzando. Quindi avremo 45 milioni di dosi di vaccini a mRna: per mantenere una certa regolarità di somministrazione ne dovrebbero arrivare 15 milioni al mese, ma è difficile».

«È possibile dunque che ad agosto avremo meno vaccini a disposizione rispetto alla richiesta di prime dosi», continua. Sulla vaccinazione di insegnanti, invece, sottolinea: «Se da un lato sono favorevole, va anche detto che la riapertura in presenza delle scuole non dipende solo dalla vaccinazione di quel 15% di personale che non si è vaccinato. Ci sono tante altre variabili che non sono state affrontate». «Per quanto riguarda gli studenti, è poco probabile che riusciremo ad arrivare all'inizio dell'anno scolastico con una copertura adeguata di ragazzi vaccinati, al di là del fatto che si vogliano vaccinare o meno», conclude. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia