Italia e Estero

Covid-19 nel mondo, il ministro neozelandese: «Io, un idiota»

Stati Uniti, Trump: «Stiamo valutando eventuali limiti ai voli interni». In Cina per la prima volta nessun decesso
Un uomo col volto coperto da una mascherina passa accanto al murales Broken Heart, realizzato a Zagabria dall'artista Ivona
Un uomo col volto coperto da una mascherina passa accanto al murales Broken Heart, realizzato a Zagabria dall'artista Ivona
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Ecco un aggiornamento circa l’evolversi della pandemia di coronavirus nel resto del Mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per il Nord Africa e fino alla Nuova Zelanda. Partiamo proprio dallo stato insulare dell’Oceania, dove si registra una particolare «auto-accusa».

NUOVA ZELANDA 
«Sono stato un idiota». Il ministro neozelandese della Sanità David Clark riconosce di aver commesso un errore recandosi in spiaggia con la sua famiglia a circa 20 chilometri dalla propria abitazione e violando quindi il lockdown imposto nel Paese per contrastare la diffusione del Coronavirus. «In un momento in cui chiediamo ai neozelandesi di fare dei sacrifici di portata storica io ho deluso la mia squadra. Sono stato un idiota», ha ammesso, presentando le dimissioni dal Governo. Le dimissioni sono state però respinte dalla premier Jacinda Ardern, la quale ha spiegato che, nonostante la gravità del comportamento del ministro, la situazione è tale da non consentire una destabilizzazione proprio sul fronte della sanità. Clark è stato però rimosso dal ruolo di vice alle Finanze e «retrocesso» nella gerarchia interna al Governo. 

STATI UNITI
«Stiamo valutando eventuali limiti ai voli interni. Ma gli Stati Uniti hanno bisogno di voli domestici di emergenza». Lo ha affermato il presidente americano Donald Trump, rispondendo a chi gli chiedeva se la Casa Bianca stesse ancora studiando eventuali stop dei voli dalle aree più colpite.

RUSSIA
I casi di Coronavirus in Russia sono saliti di 1.154 unità nelle ultime 24 ore, arrivando a toccare quota 7.497. Come sempre, la maggioranza dei contagi si verifica a Mosca, dove ormai si registrano oltre 5.100 casi. Nelle ultime 24 ore sono poi morte altre 11 persone, portando il computo totale a 58. Lo fa sapere la task force nazionale contro l’epidemia, citata dalla Tass. 

GRAN BRETAGNA
Il primo ministro britannico Boris Johnson «non è attaccato a un ventilatore polmonare». Lo ha precisato il ministro Michael Gove. Johnson è da ieri in terapia intensiva per l’aggravarsi delle condizioni dopo essere stato colpito dal Coronavirus. «Il primo ministro ha ricevuto un po’ di sostegno attraverso l’ossigeno ed è tenuto sotto stretto controllo», ma «non è un ventilatore» quello a cui è collegato, ha affermato Gove alla Radio Lbc, assicurando che se le sue condizioni dovessero cambiare il Governo provvederà a rilasciare una dichiarazione ufficiale.

ISRAELE
Il numero dei casi positivi al Coronavirus ha raggiunto oggi in Israele la cifra di 9.006. Di questi i malati gravi sono 153, dei quali 113 in Rianimazione. I decessi sono stati finora 59. Lo ha reso noto il ministero della Sanità. Fra i contagiati, 700 sono ricoverati in ospedali, 6.400 si curano nelle loro abitazioni, 800 sono in cura in stanze di albergo messe a loro disposizione dalle autorità. Circa 700 sono guariti e sono stati dimessi. Per ridurre la diffusione della pandemia, il Governo ha ordinato una chiusura generale da oggi fino a sabato a sera. In una prima fase sarà vietato lasciare le città di residenza, mentre sarà possibile spostarsi al loro interno. Ma domani sera, in concomitanza con la cena di apertura della Pasqua ebraica, sarà vietato allontanarsi dalle proprie abitazioni: questa limitazione non sarà tuttavia imposta nella località a maggioranza araba.

CINA
I decessi zero sono emersi per la prima volta dal 23 gennaio, data di inizio del conteggio su base quotidiana della pandemia e dell’annuncio della chiusura della provincia dell’Hubei e del suo capoluogo Wuhan, l’epicentro del contagio, negli sforzi per contenere il Covid-19. Se i nuovi casi di contagio interno sono azzerati, quelli importati sono saliti, coi i 32 di lunedì, a quota 983. Sono stati poi 89 i dimessi dagli ospedali, mentre i casi gravi sono scesi di 54 unità, a 211. Le infezioni complessive sono aumentate a 81.740, di cui 1.242 pazienti ancora in cura, 3.331 decessi e 77.167 dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione del 94,4%. La Commissione ha spiegato che 89 persone sono sospettate ancora di essere contagiate, mentre sono 14.499 quelle rimaste sotto stretta osservazione. I nuovi casi di asintomatici aggiornati a lunedì si sono attestati a 30, comprensivi di 9 importati: allo stato, sono 1.033 le persone sotto osservazione medica, di cui 275 riconducibili a casi importati.

BRASILE
Ricostruendo i retroscena della riunione del gabinetto svoltasi a Brasilia, i media locali sostengono che i presidenti delle due camere del Parlamento, Davi Alcolumbre e Rodrigo Maia, hanno espresso un forte appoggio a Mandetta, mentre consiglieri militari di Bolsonaro gli hanno spiegato che licenziare il ministro della Sanità nel bel mezzo di una emergenza globale come quella della pandemia di Coronavirus era «il peggiore scenario immaginabile». La pressione sul presidente perché non allontani Mandetta - che ha un indice di popolarità che è più del doppio di quello di Bolsonaro - si sentiva anche fuori dalle sale del potere: a San Paolo, l’indice Bovespa, che aveva raggiunto una impennata dell’8% nella giornata, ha subito perso due punti appena si è sparsa la voce di una possibile rimozione del ministro, e i panelacos - le proteste dei vicini che battono pentole dalla finestra, al grido di «Fuori Bolsonaro» - che si ripetono da una più di una decina di giorni, sono stati anticipati di qualche ora, mentre si aspettava l’esito della riunione di Governo.

MAROCCO
Portare mascherine ogni volta che si esce di casa è da oggi obbligatorio in Marocco, come prevede un decreto ufficiale emesso dal Governo dopo una riunione sull’epidemia di Coronavirus. Rabat ha dichiarato lo stato d’emergenza sanitaria nazionale il 19 marzo, confinando tutti a casa, con l’eccezione di coloro i quali hanno il permesso di svolgere il proprio lavoro. I controlli sono rigidi, con polizia, militari e addetti alla sicurezza che pattugliano le strade. Il numero ufficiale di casi di Covid 19 in Marocco è 1.120, raddoppiato in una settimana, con 80 morti. Ma si sospetta che il numero reale sia molto più alto, perché il Paese non ha grandi mezzi per eseguire test.

 

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