Italia e Estero

Cosa ci dicono gli ultimi bollettini sulla pandemia da Covid

L'indice di contagiosità è attualmente pari a 1,2 e sta continuando a scendere. Ma è salito vertiginosamente il numero di vittime
CALANO I CONTAGI, RECORD DI MORTI
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L'indice di contagiosità è attualmente pari a 1,2 e sta continuando a scendere: «È un segnale che va nella direzione giusta», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell trasmissione Di Martedì.

«Da qualche settimana vediamo un segnale che nella direzione giusta: l'indice di contagio Rt si sta abbassando. Due settimane fa era 1,7, poi 1,4 ora è poco meno di 1,2 e sta ancora scendendo. Questo significa - ha rilevato - che le misure che abbiamo adottato iniziano a dare i loro effetti e che dobbiamo continuare a insistere su questa strada perché la curva è piegabile, lo abbiamo già visto in marzo. Stiamo un po’ alla volta riuscendo a ripiegarla, ma dobbiamo insistere con la massima attenzione e la massima prudenza». 

Dei segnali positivi ci sono e la curva epidemica dei casi di Covid-19 in Italia tende a stabilizzarsi, ma la situazione resta fortemente critica soprattutto in relazione ad un parametro essenziale: il numero delle vittime, che oggi ha segnato un rialzo facendone registrare 853 a fronte delle 630 di ieri.

 

 

A preoccupare maggiormente è infatti proprio l'andamento dei decessi, destinato a mantenersi alto ancora per circa due settimane. Il cauto ottimismo per i primi effetti delle misure restrittive è controbilanciato anche da un altro dato negativo, vale a dire la tenuta delle strutture sanitarie sulle quali permane un carico notevole.

È un'analisi dell'andamento epidemiologico che spinge alla massima prudenza e cautela quella fatta oggi dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, e del direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, in occasione della conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute.

Illustrando i dati giornalieri del contagio, Rezza ha detto che sono 23.232 i nuovi positivi, con 188.659 tamponi eseguiti contro i 149.000 di ieri: «C’è stato un leggero aumento del numero dei positivi». Però, ha sottolineato, «c'è un brutto dato: ci sono stati 853 decessi, un fattore molto negativo». Ciò anche alla luce del fatto che proprio i decessi rappresentano il parametro che che cala per ultimo. Questa situazione, dunque, potrebbe protrarsi per un periodo non brevissimo, come ha sottolineato Locatelli.

«Credo - ha affermato - che ci sarà un numero di morti in questo ordine di grandezza ancora per 10-14 giorni, poi dovremmo vedere un calo». E ancora: «Il numero dei nuovi infetti è troppo alto; quando saremo a 50 su 100mila saremo sollevati, finché la situazione resta questa l'allerta rimane alta», ha spiegato Rezza, sottolineando che attualmente siamo a 730 per 100mila abitanti in una escalation che è andata da 50, poi a 200 per 100mila abitanti e che ha continuato a salire.

La conseguenza è che il carico sulle strutture sanitarie permane, e quindi «il cauto ottimismo è controbilanciato dal fatto che gli effetti di questa lunga scia si vedranno per diverso tempo».

Il calo dei positivi, con andamenti oscillanti fisiologici negli ultimi giorni, hanno rilevato gli esperti, è invece effetto delle misure di contenimento messe in atto.

Nonostante il quadro che resta grave, qualche segnale di miglioramento, però, inizia ad evidenziarsi. A fronte del dato dei morti, ha spiegato Locatelli, che «deve richiamare ad andare avanti nella strategia presa, 12,31% è oggi il rapporto tamponi-casi, in calo di 3 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, ed il numero degli accessi alle terapie intensive è 6 a fronte di 120 di una settimana fa».

Inoltre, per la prima volta dall'inizio della seconda ondata, calano i ricoveri per Covid nei reparti in area medica: dal bollettino del ministero della Salute emerge che ad oggi ci sono 34.577 persone ricoverate, 120 meno di lunedì, quando erano 34.697. Quindi «gli indicatori vanno nella direzione sperata».

 

Test a scuola - Foto Ansa/Claudio Giovannini © www.giornaledibrescia.it
Test a scuola - Foto Ansa/Claudio Giovannini © www.giornaledibrescia.it

 

Un riferimento anche alla scuola che, ha ribadito Locatelli, «si conferma contribuire in maniera assolutamente marginale alla curva di trasmissione di Sars-CoV-2».

Insomma, la situazione dei contagi non lascia dubbi sulla necessità di perseverare nelle misure di contenimento: «Continuiamo a fare qualche sacrificio e magari con l'inizio del prossimo anno - ha concluso Rezza - potremo cercare di evitare la cosiddetta terza ondata, ovvero la ripresa di questa seconda ondata che in qualche misura stiamo riuscendo a far ritornare più bassa».

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