Italia e Estero

Chiudere a Natale? «È il solito tira e molla della politica»

Per l'infettivologo Massimo Galli, del Sacco di Milano, anche l'Italia deve applicare norme più rigide per evitare una risalita dei contagi
Passanti in centro a Roma - Foto Ansa/Riccardo Antimiani © www.giornaledibrescia.it
Passanti in centro a Roma - Foto Ansa/Riccardo Antimiani © www.giornaledibrescia.it
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«Mi sembra il solito tira e molla della politica, dovuto alla presenza di anime diverse dentro al governo e nella stessa opposizione». 

È il commento di Massimo Galli, che dirige le malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, intervistato ad Repubblica sul cambiamento continuo di posizione tra chi vuole aprire e chi vuole chiudere e sul rischio di «una ripresa gagliarda della seconda ondata». 

Galli fa presente che adesso stringere è l'idea migliore: «Certi Paesi stanno facendo due conti, e questi purtroppo gli dicono che non possono star tranquilli - osserva - i tedeschi, all'inizio, hanno fatto le cose molto bene ma forse hanno preso sotto gamba la seconda ondata. Gli inglesi sono messi più o meno come noi. L'impressione è che, appena si dà un minimo segnale di rilassamento delle misure, la gente si prenda il braccio e non solo il dito». 

Non a caso, sia Germania, sia Inghilterra, hanno deciso di introdurre nuove restrizioni per contrastare l'aumento di contagi, ospedalizzazioni e decessi per Covid-19.

«Rischiamo una ripresa gagliarda della seconda ondata e di vanificare tutti i sacrifici fatti. E questo su e giù - conclude - questo apri e chiudi mi sembra finisca per danneggiare l'economia più di una cura magari un pò intensa, ma dalla durata certa. Se si va avanti così, ci porteremo dietro il coronavirus per chissà quanto. Almeno fino all'immunità di gregge che, se andrà tutto bene, arriverà tra un anno».

 

 

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