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«Chiudere è stata la scelta giusta, ha salvato il paese»

Il ministro della Salute Roberto Speranza invita a prepararsi ad un autunno di resistenza
Una bambina durante il lockdown a Bucarest - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Una bambina durante il lockdown a Bucarest - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Chiudere tutto è stata una scelta giustissima che ha salvato il Paese e risparmiato vite. In un colloquio con il Corriere della Sera, il ministro della Salute Roberto Speranza invita a prepararsi ad un autunno di resistenza, perché il virus non è scomparso, e sollecita i ragazzi alla cautela e al rispetto delle regole base, perché tutte le scuole dovranno riaprire il 14 settembre, e i sacrifici loro richiesti hanno questo obiettivo. Poi aggiunge che finché l'emergenza non sarà finita, non inseguirà nessuno sulle polemiche.

«Il 14 settembre - sottolinea Speranza - le scuole devono riaprire tutte, al 100%», l'obiettivo «irrinunciabile» è il ritorno sui banchi «e poiché il rischio zero non esiste, dobbiamo essere cauti altrove e scegliere a cosa rinunciare». Dieci milioni tra ragazzi, insegnanti e genitori che tornano a spostarsi non devono far paura, spiega, ma è un numero che costringe ad essere ancora più prudenti su altri aspetti, per accumulare ancora un pò di vantaggio in vista della riapertura.

Niente campionato di calcio? «Con tutto il rispetto, tra accompagnare mio figlio allo stadio e portarlo a scuola, preferisco la seconda. Deve fare la quinta elementare e voglio che la faccia in presenza, come tutti gli studenti», aggiunge . «Capisco il disagio - riflette il ministro della Salute - e non voglio apparire un maestrino, ma i sacrifici che chiedo ai ragazzi sul metro di distanza nei treni o sulla movida hanno la scuola come obiettivo di fondo. Non mi parlate di altro. In fondo ai giovani non chiediamo di non uscire di casa, chiediamo solo di indossare le mascherine, lavarsi le mani, stare a distanza ed evitare assembramenti. Una cosa compatibile con il godersi l'estate».

«L'età media dei contagiati - avverte anche - sta drammaticamente scendendo sotto i 40 anni. È normale che i più giovani si sentano più forti, ma chi porta il virus a casa rischia di fare danni veri alle persone fragili». E non ci si può permettere una nuova chiusura: «Un altro lockdown sarebbe un danno enorme e dobbiamo evitarlo più di ogni cosa».

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