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Casi di morbillo: otto in 20 giorni, tutti non vaccinati

Probabilmente una catena di contagi partita da una bambina di 10 anni figlia di una coppia «no-vax»
Il sospetto è che tutto sia partito dal reparto di malattie infettive dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari circa 20 giorni fa - Foto di repertorio
Il sospetto è che tutto sia partito dal reparto di malattie infettive dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari circa 20 giorni fa - Foto di repertorio
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Non ci sarebbe un allarme epidemia ma in pochi giorni a otto baresi, cinque minorenni e tre adulti, è stato diagnosticato il morbillo, probabilmente in una catena di contagi partita da una bambina di 10 anni figlia di una coppia «no-vax».

Tutti non vaccinati e tutti, fortunatamente, in buone condizioni, alcuni dei quali già dimessi dall'ospedale. Per accertare la dinamica dei fatti, l'eventuale catena dei contagi che potrebbe essere dovuta ad una gestione non corretta delle prime cure, si sono mossi la sanità locale, con il Policlinico e la Asl di Bari che hanno avviato verifiche interne, e il Ministero della Salute, con il ministro Giulia Grillo che ha annunciato «un nuovo Piano per l'eliminazione del morbillo e della rosolia congenita che già esisteva, ma che non era più aggiornato dal 2011. Una circolare - ha detto Grillo - sarà diffusa nei prossimi giorni con le linee guida per la standardizzazione dei protocolli di gestione».

Intanto a Bari si cerca di capire se ci sia un collegamento tra gli otto casi fino ad ora diagnosticati, come e dove sia avvenuto il contagio. Il sospetto è che tutto sia partito dal reparto di malattie infettive dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari circa 20 giorni fa. Prima una bambina di 10 anni, poi sua sorella più piccola (entrambe non vaccinate per scelta della famiglia), un bimbo di 11 mesi (troppo piccolo per essere vaccinato), un altro di poco più grande e poi un 16enne (anche loro non vaccinati): due di loro sono già stati dimessi, gli altri tre sono ancora ricoverati ma sono sfebbrati e in condizioni che al momento non destano preoccupazione.

Dopo qualche giorno anche tre adulti, due giovani donne e un uomo, sono stati ricoverati nel reparto di malattie infettive del Policlinico di Bari, dove si trovano tuttora, anche loro in buone condizioni. Sarà l'indagine epidemiologica condotta dal direttore sanitario del Policlinico, Matilde Carlucci, e dalla Asl ad accertare quello che è accaduto e che ha portato agli otto contagi.

Il Direttore Generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, precisa che il Dipartimento di Prevenzione della Asl «ha messo in atto quanto previsto dalle indicazioni operative Ministeriali per la gestione delle epidemie della stessa malattia infettiva». Una situazione che spinge medici e istituzioni a richiamare l'attenzione ancora una volta sull'importanza dei vaccini.

«Pochi mesi fa - ha evidenziato il ministro Grillo - l'Oms ci ha richiamati proprio sui dati di copertura vaccinale che sono ancora troppo bassi. Occorre raggiungere in modo più efficace i soggetti suscettibili offrendo il vaccino anche agli adolescenti e ai giovani e al contempo mettere in campo azioni standardizzate e puntuali per prevenire la trasmissione negli ambienti a maggior rischio epidemico».

Da Bari il direttore generale del Policlinico, Giovanni Migliore, e come lui il presidente nazionale dell'AOPI (Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani), Paolo Petralia, lanciano l'appello a «vaccinare i propri figli per tutelare la salute pubblica». Per Roberto Burioni, uno dei medici in prima linea nella campagna di divulgazione scientifica a favore dei vaccini, «contro il morbillo l'isolamento non serve a evitare il contagio, l'unica prevenzione è il vaccino». 

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