Italia e Estero

Camera e Senato, primo test politico dopo il voto

Da venerdì iniziano le sedute per eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento, con i partiti in cerca di un accordo
LA SETTIMANA DEI PRESIDENTI
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I Cinque stelle dettano le regole, la Lega si accoda, Forza Italia e il Pd si inseriscono e chiedono spazio. 

Ecco il quadro ad inizio della settimana che porterà all'elezione dei presidenti delle due Camere. Prima seduta venerdì. I giochi per formare il governo sono in alto mare, mentre le trattative per eleggere i vertici di Camera e Senato stanno vivendo le ore più calde. Con un allineamento, almeno così pare, tra Di Maio e Salvini, ovvero le due forze che, seppur senza aver i numeri per governare, hanno vinto le elezioni. 

«I cittadini hanno dato un segnale, e le presidenze spettano a chi ha vinto», dice Vito Crimi. «Questo momento deve essere un riconoscimento di quanto deciso dagli elettori», aggiunge il leghista Raffaele Volpi.

Difficile trovare al momento la convergenza sui nomi: da pentastellati arriva un no a condannati o indagati. Un modo per sbarrare la strada al forzista Paolo Romani e al leghista Roberto Calderoli. E Forza Italia non ci sta. 

«Sbagliato tagliare fuori Romani con un pretesto. È un politico capace, preparato e in grado di dare equilibrio in un momento in cui la politica è cannibalizzata», sostiene Mariastella Gelmini

E poi c'è il Partito democratico, che a fronte di «staremo all'opposizione» per quanto riguarda la formazione del Governo, rivendica invece spazio per le presidenze delle due Camere. Come conferma il dem Alfredo Bazoli. «Siamo comunque il secondo partito italiano. Stiamo a vedere che succede, ma noi ci siamo anche se la palla non siamo noi a darla, ma spetta a chi ha vinto».

 

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