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Dopo alluvione, 'modello Cogne' per ricostruzione Valnontey

La frazione Valnontey di Cogne dopo l’alluvione, 4 luglio 2024 ANSA/ Cristina Porta
La frazione Valnontey di Cogne dopo l’alluvione, 4 luglio 2024 ANSA/ Cristina Porta
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AOSTA, 19 LUG - Dopo la devastazione provocata dall'alluvione dello scorso anno, il Comune di Cogne vuole sperimentare un 'modello' di ricostruzione della Valnontey 'partecipata' e 'ecosostenibile'. Gli interventi partiranno infatti solo dopo un concorso di idee aperto a tecnici, professionisti e membri della comunità. "Sarà guidato da criteri tecnici di sicurezza e compatibilità ambientale, ma offrirà massima libertà progettuale, affinché emerga il meglio della creatività e dell'intelligenza collettiva", annuncia oggi il Comune. "Metteremo a disposizione tutti i dati disponibili, - spiega l'amministrazione - dagli studi idraulici al rilievo topografico, affinché le proposte siano concrete, realizzabili e conformi alla normativa regionale, nazionale e comunitaria". La località del Gran Paradiso, dopo la bomba d'acqua del 29 e 30 giugno 2024, rimase isolata per diverse settimane e la suggestiva località Valnontey, nel cuore del parco naturale, venne completamente devastata con l'interruzione della viabilità e dei servizi. Un catastrofe, fortunatamente senza vittime, con danni per poco meno di 30 milioni di euro. Ora il 'modello Cogne' vuole sgangiarsi dalle procedure emergenziali, salvo per le infrastrutture primarie. Le uniche opere realizzate direttamente dal Commissario per la ricostruzione post-alluvione riguardano infatti il ripristino dei sottoservizi e della viabilità principale. Per tutti gli altri interventi - dalla messa in sicurezza del torrente alla riqualificazione dell'abitato - il Comune chiederà formalmente alla Regione Valle d'Aosta di procedere "secondo un percorso distinto, ispirato a criteri di visione strategica, trasparenza e partecipazione". La procedura è "una risposta a chi chiede più ascolto e condivisione", spiega ancora l'amministrazione comunale. "È stato scelto - aggiunge - quindi un approccio nuovo: dalla gestione emergenziale alla visione strategica, dalla progettazione chiusa al confronto aperto, perché la rinascita di un luogo così speciale non può che partire da chi lo vive e lo ama".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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