Altri migranti in arrivo all'Aquila, associazioni in allarme

L'AQUILA, 12 NOV - Altri migranti sono arrivati all'Aquila: cinque giovani, tutti provenienti dal Pakistan, si sono presentati questa sera alla Mensa di Celestino, dove nei giorni scorsi erano già stati accolti altri connazionali in transito. Le associazioni e gli operatori che gestiscono il servizio temono che, nel giro di pochi giorni, possano tornare ad aumentare gli arrivi e che si ricreino gruppi consistenti di persone costrette a dormire all'addiaccio, in quanto all'Aquila non ci sono strutture preposte per l'accoglienza. Anche questa volta potrebbe essere stato determinante il passaparola sui social e sulle piattaforme di messaggistica istantanea, un fenomeno singolare raccontato anche dal Times nell'articolo di Tom Kington 'How social media turned a small Italian city into a migration hotspot' - Come i social media hanno trasformato una piccola città italiana in un punto caldo della migrazione'. "Già sanno tutto, come funziona - sottolinea Paolo Giorgi, responsabile della Fraterna Tau - Arrivo in città, presentazione in Questura per la richiesta d'asilo, cena e pranzo alla mensa, dove trovano anche coperte, scarpe e docce. Poi l'attesa per la sistemazione nei Cas in Italia. Praticamente come succede nei centri di primo approdo. Purtroppo, qui fa estremamente freddo. Però se ci fosse un locale dove farli dormire saremmo felici di renderci utili, gestendolo gratuitamente, pur di non vedere tanto strazio". Giorgi sottolinea anche la portata umana della vicenda. "Si pensi che hanno viaggiato per cinque o sei mesi a piedi, con le tribolazioni e le umiliazioni che sappiamo - prigionie, maltrattamenti, ricatti. Arrivano a Trieste e, anziché essere accolti, rifocillati, identificati e rassicurati, come si converrebbe in uno Stato che si richiama a principi cristiani, vengono lasciati liberi di muoversi per l'Italia". "Alcuni arrivano all'Aquila - dice ancora - che dista ancora un migliaio di chilometri, e che diventa un centro di approdo e smistamento. Mi chiedo dove vadano tutti gli altri, quanti siano, chi siano. Quanti invisibili sono disseminati in Italia? Sarebbe utile e opportuno creare alla frontiera nord-est un centro come Lampedusa. È questione di civiltà, di sicurezza e di umanità".
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