Folla in Corso Zanardelli: «Chiudere Green Hill»

Anche a Brescia si è celebrata la Giornata mondiale contro Green Hill e la vivisezione.
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Centinaia di persone lungo tutti corso Zanardelli, in città. In mano non una shopping bag ma cartelloni colorati con lo stesso univoco messaggio: «Chiudere Green Hill adesso! Stop alla vivisezione». Perchè martedì pomeriggio, anche a Brescia, si è celebrata la Giornata mondiale contro Green Hill e la vivisezione con un partecipatissimo sit in, al quale hanno preso parte tantissimi amanti degli animali e anche i loro cuccioli.

Slogan, cartelloni, megafoni e magliette colorate per una manifestazione pacifica che ha però letteralmente immobilizzato il centro cittadino. Una «condizione», questa, comune a moltissime altre città. Almeno 70, in Italia e all’estero, le realtà che hanno aderito alla Giornata mondiale a a sostegno dei beagle allevati a Montichiari.
Gli attivisti siono infatti scesi in piazza anche a Bologna, Parma, Cagliari, Napoli, Torino, Firenze, Rimini, Udine, Soresina, Genova, Finale ligure, Pordenone, Viareggio, Livorno, Bari, Como, Ivrea, Varese e Ferrara.
Oltre che fuori dai consolati e dalle ambasciate italiane di New York, Amsterdam, Londra e Parigi, passando per Varsavia, Bruxelles, Madrid, Atene, Cape Town, Adelaide e Cluj Napoca, in Romania.
I cani dell’allevamento di Green Hill a Montichiari «devono essere liberi» a ribadito anche l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla. Circondata da cinque cuccioli di beagle, al parco di via Palestro a Milano, ha voluto dimostrare che questi «non sono prodotti come li chiamano i dirigenti della Green Hill, o cavie da laboratorio, secondo me sono dei cagnolini», cioè «esseri che hanno diritto a una famiglia, alla pappa e a un divano».
Tanti i bambini che si sono fermati a giocare con loro, mentre la Brambilla ha fatto un triplo appello: direttamente alla Green Hill «perché torni oltreoceano; l’Italia ha dimostrato di non volerla», a tutti gli italiani e soprattutto ai senatori che in Commissione Politiche comunitarie, dovranno iniziare l’esame di un provvedimento che recepisce una direttiva europea e che all’articolo 14 prevede il divieto di allevamento di cani, gatti e primati per la sperimentazione e la vivisezione.
La sua richiesta è un «veloce corso di approvazione» per arrivare al via libera definitivo di Palazzo Madama. «Il punto - ha concluso l’ex ministro - è mostrare agli Italiani che quelli che vengono definiti prodotti da Green Hill e vanno a morire sui tavoli di vivisezione di mezza Europa sono cagnolini dolcissimi».

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