Carte di credito: il sindaco Paroli e nove assessori indagati per peculato

Il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, e 9 dei dieci assessori che compongono la Giunta di centrodestra sono indagati per peculato.
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Il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, e 9 dei dieci assessori che compongono la Giunta di centrodestra sono indagati per peculato. L’unico assessore che, a quanto si è appreso non risulta essere iscritto sul registro degli indagati della procura di Brescia, è Massimo Bianchini (Lega Nord), responsabile dello Sport. La vicenda è quella dell’utilizzo delle carte di credito messe a disposizione dall’amministrazione comunale. La corte dei conti nei giorni scorsi ha stabilito che, sull’utilizzo complessivo di 49 mila euro, mancherebbero adeguate giustificazioni per 43 mila euro. Le carte di credito sono quelle da utilizzare per le spese di rappresentanza.

Oltre al sindaco Paroli sono finiti sul registro degli indagati gli assessori Nicola Orto (Traffico), Giorgio Maione (Servizi Sociali), Paola Vilardi (Urbanistica), Andrea Arcai (Cultura), Fabio Labolani (Lavori Pubblici), Fausto Di Mezza (Bilancio), Fabio Rolfi (Sicurezza e vice sindaco), Maurizio Margaroli (Commercio) e Claudia Taurisano (Trasparenza).

La Procura, che ha lavorato in parallelo con la magistratura contabile, ritiene che le spese sostenute dal primo cittadino e dai nove assessori citati non possano essere catalogate come di rappresentanza o di missione. "Vedremo gli sviluppi dell'indagine - ha detto il vice sindaco Rolfi - chi ha sbagliato ne risponderà personalmente".

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