Garda

La «Marchesini» custodita nelle sale del Museo civico

La collezione, donata al Comune, affidata all’associazione culturale Valtenesi
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Ciotole, coltelli, anelli, punte di freccia, falci, lucerne, chiavi, verghe, boccali, bicchieri, tegami e chi più ne ha, più ne metta: i reperti archeologici della collezione Marchesini arrivano al Comune.

Saranno affidati alle cure dell’associazione culturale Valtenesi e saranno esposti al Museo civico archeologico della Valtenesi. Si tratta di centinaia di oggetti di epoca romana, rinvenuti dall’avvocato manerbese Giovanni Battista Marchesini tra gli anni 1881 e 1886 in località Olivello, nella zona della Rocca: per oltre cento anni sono stati conservati dai discendenti dell’avvocato Marchesini, la famiglia Cirilli, nella loro casa di Montinelle.

La collezione è stata dichiarata dalla Soprintendenza di particolare interesse storico ed è ben conosciuta dai manerbesi anche grazie alla schedatura dettagliata compiuta tra il 1992 e il 1993 nell’ambito di un progetti di catalogazione del Ministero per i Beni Culturali, di una tesi di laurea e di una pubblicazione a cura di Brunella Portulano (oggi direttrice del Museo civico della Valtenesi) e Silvia Amigoni. In questi anni studiosi e scolaresche hanno potuto visitarla, ma con la donazione si è arrivati alla svolta. Novità.

Oggi, dunque, la collezione potrà essere maggiormente valorizzata tra le mura del Museo: una decisione, quella di donarla alla collettività, che la famiglia Cirilli ha preso per meglio tutelare e conservare quanto resta dopo il furto di numerosi pezzi nel 1999, e incrementare al contempo la raccolta di materiali archeologici di cui già dispone il museo, oltre che per ampliare la conoscenza tra il pubblico delle ricerche dell’avvocato Marchesini. Una donazione «di cui siamo grati - sottolinea il sindaco di Manerba, Isidoro Bertini - perché va a tutto vantaggio della comunità: questa collezione sarà utile ai manerbesi per ricordare le loro origini e arricchirà ulteriormente il nostro museo. È un pezzo di storia che fa memoria».

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