Garda

Incidente nautico, la difesa dei tedeschi chiede l'assoluzione

Le arringhe degli avvocati del pool difensivo, dopo le richieste di condanna del pm nel processo per la morte di Greta e Umberto
Lo striscione dei familiari delle vittime fuori dal tribunale di Brescia - Foto Gabriele Strada/New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Lo striscione dei familiari delle vittime fuori dal tribunale di Brescia - Foto Gabriele Strada/New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
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Assoluzione da tutti i reati: è quanto chiedono i difensori di Patrick Kassen e Christian Teismann, i due tedeschi accusati dell'omicidio colposo, del naufragio e dell'omissione di soccorso nel processo per la morte di Greta Nedrotti e Umberto Garzarella, vittime dell'incidente nautico nel golfo di Salò il 19 giugno 2021.

Il pool difensivo dei tedeschi chiede l'assoluzione da tutti i reati contestati, perché il fatto non sussiste per quanto riguarda il naufragio e l'omissione di soccorso. L'assoluzione dall'omicidio colposo, invece, perché il fatto non costituisce reato. Secondo l'avvocato Bonvicini «la pena richiesta dal pubblico ministero (sei anni e sei mesi per Kassen e quattro anni e due mesi per Teismann) è esosa. La pena Kassen la sta già scontando ogni notte, un segno indelebile che si porterà per tutta la vita, anche se non è minimamente paragonabile al dolore dei familiari, a cui ha chiesto scusa».

L'udienza, minuto per minuto

Non essendo possibile fare foto e video o registrare audio in aula, vi raccontiamo l'udienza in tempo reale con diretta testuale.

Avviso per i lettori: I virgolettati che seguono sono fedeli alle dichiarazioni e precisamente riportati, ma non sono per forza testuali, perché raccolti e pubblicati in tempo reale. I lanci sono proposti in ordine dal più recente al più risalente.

Ore 18.06 - L'udienza è finita

L'udienza è aggiornata al 21 marzo alle 9.30, in programma le repliche e la lettura della sentenza.

Ore 17.37 - L'intervento dell'avvocato Alessandro Gentiloni

«Christian Teismann non solo non guidava l'imbarcazione, ma era sdraiato sul prendisole e al momento dell'incidente era in dormiveglia. Per questo la richiesta di 4 anni e due mesi da parte del pm mi stupisce e non poco: perché mai dovrebbe avere responsabilità di danni verso terzi, se non era conducente? I reati contestati al proprietario del motoscafo non sono riconducibili alla sua condotta».

Ore 16.39 - L'intervento dell'avvocato Michele Gentiloni

«Premetto che parlo in difesa del solo Christian Teismann, nonostante la linea difensiva sia coerente e in armonia con quanto già detto da chi mi ha preceduto. Ritengo che le indagini preliminari, pur in totale assenza di malafede, abbiano puntato solo a confermare una tesi già stabilita. Mi chiedo in base a quale norma Teismann sia stato caricato in auto, la mattina dopo l'incidente, e portato in caserma: il verbale di perquisizione dà atto che l'indagato si era identificato senza nessuna resistenza. Mi chiedo anche come sia stato possibile togliergli il telefonino, tanto che è proprio la Polizia giudiziaria a parlare con la rappresentanza diplomatica, non Teismann.

Il pm continua a definire Teismann "arrogante" perché si è rifiutato di sottoporsi al test del Dna, ma la richiesta non era legittima. Alle 19.10 del 20 giugno il tedesco viene arrestato perché era all'epoca ritenuto il conducente del motoscafo, perché proprietario: non ha senso, tanto che l'arresto è durato due ore. Sbagliato non fare una copia dei dati dei telefoni di Greta e Umberto, perché forse dall'analisi dei loro cellulari si sarebbero potuti trovare elementi sulla geolocalizzazione del gozzo. Non è usuale in un incidente di circolazione e non può essere solo una negligenza. Inoltre, stigmatizzo fortemente la scelta del giudizio immediato.

Per quanto riguarda l'omissione di soccorso, sarebbe stato semplice verificarlo: bastava che il pm ne chiedesse conto ai testimoni della seconda barca, quella che quella sera passò pochi minuti dopo il Riva lungo la stessa rotta.

Prima della cena, Teismann ha potuto vedere Kassen timonare il Riva con sicurezza. Al ristorante, i due hanno bevuto solo un bicchiere di vino, per cui non possono essere diventato inadeguato alla guida. Il sorbetto, corretto con la vodka dal cameriere del ristorante (ricordiamo che erano già in vigore le normative anti Covid, per cui la bottiglia non poteva essere condivisa dai diversi clienti o gestita in autonomia), non può aver compromesso le sue capacità. Per questo Teismann non può che giudicare normale lo stato dell'amico».

Ore 15.51 - La richiesta di assoluzione per i tedeschi

Bonvicini chiede l'assoluzione dei tedeschi da tutti i reati contestati.

Ore 14.30 - L'intervento dell'avvocato Massimo Bonvicini

«È inaccettabile la tendenza di magistrati e giornalisti a emettere giudizi etico sociali verso gli imputati, bollandoli come eticamente riprovevoli». Nel corso della sua arringa, Bonvicini sottolinea che non è conciliabile il momento del pagamento al ristorante Il Sogno di San Felice (riportato sullo scontrino, ore 22.30) con l'orario di partenza ipotizzato dal pm, cioè oltre 47 minuti dopo, che «è l'unico modo del pm per giustificare la velocità di 20 nodi». Secondo Bonvicini non sussiste né il naufragio né l'omissione di soccorso. «Kassen è una persona per bene e lo dimostrano i suoi comportamenti: ha contribuito con le sue deposizioni e si è costituito».

Il gozzo in legno su cui si trovavano Umberto Garzarella e Greta Nedrotti
Il gozzo in legno su cui si trovavano Umberto Garzarella e Greta Nedrotti

Ore 14.21 - L'intervento dell'avvocato Guido Sola: la sosta

«Se si avesse la serenità di giudizio, si dimostrerebbe che i due punti di collisione sono stati individuati con metodo non scientifico e non affidabili. Quella sosta del motoscafo dopo l'impatto c'è stata.

Il pm ha indagato per validare, non per verificare. Tanto che contesta l'orario di partenza dal ristorante: non ci sono ancoraggi negli atti rispetto a questo, sono solo calcoli a ritroso per dimostrare che navigavano a 20 nodi. Questo è un ribaltamento di metodo: non si può partire dalla coda per ricostruire il capo. Io non volevo ripercorrere le testimonianze sulla dinamica, ma le dichiarazioni testimoniali sono contrastanti e non si possono ridurre a unità».

Gli amici di Greta e Umberto portano al petto un fiocchetto arancio, colore preferito della ragazza - © www.giornaledibrescia.it
Gli amici di Greta e Umberto portano al petto un fiocchetto arancio, colore preferito della ragazza - © www.giornaledibrescia.it

Ore 13.55 - L'intervento dell'avvocato Guido Sola: l'incidente

«Non c'è chiarezza di quale sia l'angolo di collisione: non c'è precisione nelle ricostruzioni dei consulenti del pubblico ministero. Per quanto riguarda la velocità, l'ingegner Gronda ha già ricostruito tutto in quest'aula e non aggiungo altro.

Nessuno ha mai nemmeno pensato di attribuire la responsabilità a Umberto Garzarella, ma il processo penale si muove nel perimetro dei fatti ed è legittimo cercare di ricostruire quali erano le condizioni di navigazione della sua barca.

Quello dell'illuminazione del gozzo di Umberto Garzarella è un affair: basta riguardare i video per vedere che la luce di stazionamento prima delle 24.14.52 (telecamere avanti di un'ora, in realtà erano le 23.14) non era accesa. Nelle stesse immagine, basta confrontare le luci di stazionamento delle altre barche per evidenziare che non sono paragonabili a quelle del gozzo Easy 600, che le aveva troppo flebili. La luce di stazionamento di Garzarella non c'è, lo dice anche un testimone oculare, che la riconosce come la luce di un cellulare. Non c'è prova che le luci di navigazione del gozzo fossero accese: siamo in un contesto di ragionevole dubbio.

Solo due matti da manicomio ucciderebbero due ragazzi e andrebbero a bere una birra in centro. E ancora si descrive l'impatto come molto violento: non lo è stato, è stato un impatto minimale di 0,2 secondi che però, come ha spiegato Sabino Pelosi, è stato sufficiente a eviscerare i due ragazzi come fosse stata una spada. I medici legali hanno escluso l'impatto violento, non c'è fenomeno di schiacciamento evidente: se ci fosse stato non sarebbero stati trovati nemmeno i cadaveri. Lo dimostra anche il fatto che nel gozzo non c'era acqua, per cui non c'è stato alcun salto che ha spinto la barca sott'acqua».

Ore 13.10 - L'intervento dell'avvocato Guido Sola: l'ubriachezza

«Ci eravamo accorti che il 22 giugno la stampa italiana era uscita con l'affermazione che i turisti tedeschi timonavano ubriachi. Ci troviamo però nell'imbarazzo di avere due referti sui prelievi del sangue di Kassen contrastanti: uno negativo al test alcolemico e l'altro positivo.

Stando a quanto ricostruito dalla pubblica accusa, stando ai dati Kassen avrebbe dovuto avere 2,5 g/L di alcol nel sangue al momento dell'incidente: corrisponde a una soglia da coma etilico. Questo non è compatibile con quanto rilevato dai soccorritori del 118, che è riportato nelle schede del loro intervento in soccorso di Kassen dopo l'incidente.

In questo processo penale si è giurato sulle suggestioni e i testimoni si sono smentiti l'un l'altro. È vero che Kassen in un primo momento non ricordava la sosta, ma può capitare che una persona ricordi male: ci succede tutti i giorni di ascoltare testimoni che si contraddicono. È anche vero che lo ha ricordato dopo, nella mia sala riunioni e nelle deposizioni successive.

Nonostante il cancan mediatico che si è voluto fare, agli atti c'è solo la prova della bottiglia di bollicine: ce ne vuole per arrivare a 2,5 g/L di alcol nel sangue di Kassen. Due uomini adulti che in 12 ore bevono oltre a una bottiglia di vino due birre medie (come dichiarato dagli imputati ndr) è difficile pensare che a sera siano ancora ubriachi.

Per quanto riguarda la testimonianza del cameriere Johnny (che ha servito i tedeschi a cena al ristorante Il sogno di San Felice) è inaffidabile, perché ha detto tutto e il contrario di tutto. Anche la testimonianza di Alice Cislaghi non è affidabile, perché a giugno aveva detto che si riferiva a persone calve, mentre a settembre ha riconosciuto Kassen e Teismann nelle foto e i due tedeschi non sono nemmeno stempiati. Ci sono poi altri dettagli della testimonianza che non tornano: il motoscafo di Teismann non ha attraccato alla boa, ma al pontile. Le scienze psicosociali dimostrano che si fa fatica a credere alle persone per bene che si sbagliano, quindi ci vogliono i riscontri che in questo processo non ci sono. Nessuno ha mai visto Kassen versare o bere vodka».

Ore 12.50 - L'attacco dell'avvocato Guido Sola

La foto dei due turisti sul sito della Bild - © www.giornaledibrescia.it
La foto dei due turisti sul sito della Bild - © www.giornaledibrescia.it

«La folle corsa della morte dei turisti tedeschi ubriachi di champagne»: è partita da questo titolo della Bild, risalente ai giorni immediatamente successivi all'incidente nautico del 19 giugno 2021, la risposta della difesa dell'avvocato Guido Sola.

«L'indagine investigativa ha introitato gli elementi per confermare la vulgata giornalistica che fin dal 22 giugno ha sostenuto la sua tesi, cioè che Kassen fosse ubriaco. Dal 21 giugno si tritura questa versione e la pubblica accusa ha trascinato in aula il sentimento popolare».

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