Mancata depurazione, maxi piano da 288 milioni di euro

Ecco i progetti dell’Ato per superare le infrazioni di 25 agglomerati bresciani. Lavori finiti entro il 2023
Il depuratore di Esine - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il depuratore di Esine - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un maxi piano da 288 milioni di euro per garantire la depurazione dell’acqua che esce dalle nostre case e viene scaricata in fiumi, rogge e laghi. Ma soprattutto per evitare le multe salate di Bruxelles. I vertici dell’Ufficio d’Ambito di Brescia (Ato) squadernano cifre, tabelle, progetti e tratteggiano la road map che dovrebbe portare la nostra provincia a superare la procedura d’infrazione avviata dall’Unione europea nel 2014, per 25 agglomerati arrivata alla fase di vera e propria «causa». Una bella fetta del piano si è già trasformata in cantiere. L’altra sarà ultimata entro il 2023. Si va dal depuratore di Concesio, dove saranno convogliati i reflui dell’intera Valtrompia, al collettamento di Capo di Ponte e Cededolo ad Esine, dal depuratore di Bagolino alla fognatura di San Paolo.

Nel corso degli anni sono state aperte 4 procedure d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto della direttiva europea 271 del 1991 sul trattamento delle acque reflue. Due procedure sono state risolte, un paio sono ancora aperte: la 2049 del 2014 e la 2181 del 2017. Queste due procedure coinvolgono 44 agglomerati bresciani (un agglomerato può riguardare più Comuni se è previsto un impianto di depurazione intercomunale). Mentre la procedura del 2017 (coinvolti 19 agglomerati bresciani) è ancora nelle fasi iniziali, quella del 2014 è ormai alle battute finali. In origine erano 65 gli agglomerati bresciani coinvolti. Per 20 l’infrazione si è risolta (per esempio realizzando i depuratori di Rovato per la bassa Franciacorta e di Torbole Casaglia per il Gandovere). Un’altra ventina è di fatto uscita dall’infrazione dopo il controricorso di Regione Lombardia che, a fine 2019, ha portato a 25 gli agglomerati bresciani «ancora non conformi». Per esempio sono stati «dismessi» alcuni «doppioni», come Gardone Val Trompia o Villa Carcina, visto che rispetto ai progetti iniziali si realizzerà un unico depuratore a Concesio per l’intera Valtrompia (l’infrazione riguarda l’agglomerato e non il singolo Comune). Stessa cosa per Nuvolento, Prevalle e Paitone collettati al nuovo depuratore di Nuvolera, ultimato lo scorso anno (Nuvolera rimane in infrazione perché non è non è stato ancora completato il collettamento di Serle).

Restano dunque 25 agglomerati da adeguare. Negli scorsi anni l’Ufficio d’Ambito di Brescia - l’autorità che pianifica e programma gli interventi - ha messo a punto un corposo piano d’investimenti proprio per dotare i territori ancora sprovvisti di acquedotti, fognature e depuratori. Investimenti a carico dei gestori del servizio (A2A Ciclo Idrico, Acque Bresciane), ma ripagati con la tariffa secondo il criterio del full recovery cost. Ecco perché negli ultimi anni la bolletta dell’acqua è cresciuta.

«L’Ufficio d’Ambito - spiega il Presidente Aldo Boifava - raccoglie le esigenze dei Comuni e le sintetizza in una visione di insieme, una visione strategica unitaria che consente di superare le difficoltà che avrebbero i singoli Comuni a realizzare le opere necessarie. Abbiamo cercato assiduamente il coinvolgimento di Regione e Ministero nel finanziamento degli interventi - precisa Boifava - e negli ultimi anni, grazie a specifici Accordi di Programma, abbiamo recuperato oltre 34 milioni di euro, anticipandone l’esecuzione di alcuni interventi e alleggerendo questo costo in bolletta. Con il Cda siamo intenzionati a procedere ulteriormente in tal senso, impiegando direttamente i fondi che l’Ufficio ha accantonato per questo scopo».

Per i 25 agglomerati ancora sotto l’infrazione del 2014, l’Ato ha previsto una sessantina di interventi che valgono quasi 288 milioni di euro. Alcuni sono già in corso, gli altri in arrivo. «L’Ato di Brescia presenta una situazione particolarmente critica in materia di trattamento delle acque reflue - ricorda il Direttore dell’Ufficio d’Ambito, Marco Zemello -: fognature non ancora del tutto completate sul territorio, depuratori sottodimensionati, obsoleti o addirittura assenti in alcuni Comuni, hanno richiesto e richiedono tuttora investimenti significativi per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali e di servizio. Da qualche anno, anche grazie al consolidamento gestionale e al perfezionamento degli strumenti regolatori - continua Zemello - abbiamo potuto pianificare gli investimenti con più certezza, individuando con i gestori le migliori soluzioni progettuali e le tempistiche di realizzazione. Oltre 100 milioni di euro di interventi per la risoluzione delle infrazioni sono in corso di esecuzione e più di 150 milioni euro stanno completando la progettazione e saranno eseguiti entro il 2023».

Nel pacchetto ci sono per esempio i depuratori di Bagolino, Lograto, Lonato, Mairano, Concesio, Malonno, Quinzano, Rudiano, Verolanuova e Vobarno. Ma anche il collettamento di Pompiano a Barbariga o la fognatura di Rovato. Resta la procedura del 2017. Ma anche qui ci si sta lavorando. «Siamo al lavoro per verificare come anticipare la programmazione degli interventi» spiega Zemello.

 

 

 

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