Economia

Riscatto della laurea low cost, la volontà di ampliare la platea

Il governo giallorosso lavora per migliorare il meccanismo del riscatto light. Boom di domande nel 2019
Boom di richieste per il riscatto light della laurea - © www.giornaledibrescia.it
Boom di richieste per il riscatto light della laurea - © www.giornaledibrescia.it
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Ampliare ancora di più le possibilità di riscattare la laurea con lo sconto. Con l'apertura ufficiale del cantiere della manovra, e le prime riunioni previste già in avvio della prossima settimana, iniziano a spuntare nuove proposte accanto ai due pilastri della prossima legge di Bilancio, che rimangono il blocco degli aumenti dell'Iva e un primo taglio del cuneo per i lavoratori.

Migliorare il meccanismo del riscatto light degli anni di studio universitario è solo uno dei desiderata che la nuova maggioranza, composta da M5S, Pd e Leu metterà sul tavolo del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Che, certo, ha annunciato una manovra espansiva ma dovrà fare i conti, come ogni anno, con le (scarsissime) risorse disponibili.

Il riscatto low cost, fanno però notare fonti di governo, ha riscosso un buon successo, facendo registrare un boom di domande (oltre 30mila), superando in soli 4 mesi le richieste di tutto il 2018. Al momento può accedere all'agevolazione chi ha iniziato a lavorare, e quindi a versare contributi (almeno un contributo deve essere all'Inps), dopo il 1996, e ha dei «buchi» fino all'entrata in vigore del cosiddetto Decretone (29 gennaio 2019), che ha introdotto la misura a inizio anno. 

Si possono riscattare fino a 5 anni, anche non consecutivi, pagando 5.239,74 euro per ciascun anno in una sola volta o in 120 rate mensili. Dal percorso low cost sono esclusi gli anni di università fuori corso e quelli precedenti al 1996. Ma restano fuori anche gli studenti-lavoratori, che abbiano svolto attività o lavoretti in regola durante gli studi (e quindi hanno contributi versati in quegli anni). 

I conti di quanto costerebbe questo intervento sono ancora da finire, quindi al momento non si può dare per certo un intervento in questo senso. Ma di sicuro ci sarà pressing da parte delle forze politiche per insistere su questa misura (il riscatto vale sia ai fini degli anni di contribuzione sia per il calcolo dell'assegno pensionistico). Il nodo delle pensioni, insomma, resterà centrale, nonostante l'esecutivo abbia già chiarito che non si toccherà, se non in modo marginale, la principale novità del 2019, l'uscita anticipata con Quota 100. 

Anche i sindacati, che giovedì torneranno a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e avranno un primo confronto con il nuovo «guardiano dei conti» Gualtieri, premono perché si ritorni sull'argomento, ma ripartendo dalle categorie più svantaggiate. Non solo i più giovani, che rischiano di avere carriere discontinue e future pensioni magrissime, ma anche le donne che, fa notare la Cisl, stando ai primi numeri su Quota 100 fanno fatica a sfruttare questo canale. C'è poi il tema dell'Ape social, che secondo i sindacati andrebbe resa strutturale, e dei lavori gravosi, per i quali era stata avviata una commissione ad hoc nella scorsa legislatura (poi mai ripresa). 

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