Economia

La manovra «trascura» il mondo agricolo

La nuova finanziaria tocca il settore agricolo solo in modo parziale
La manovra «trascura» il mondo agricolo © www.giornaledibrescia.it
La manovra «trascura» il mondo agricolo © www.giornaledibrescia.it
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In molti si stanno chiedendo quali interventi agricoli sono stati inseriti nella nuova manovra finanziaria. E in tanti non sanno dare una risposta se non dire «pochi, fortunatamente pochi».

In effetti la nuova finanziaria tocca il settore agricolo solo in modo parziale e non va a minare alcune certezze come per esempio l’Iva. Quindi meglio accontentarsi piuttosto che disperarsi. Di sicuro la nuova finanziaria non contiene misure di largo respiro e di strategia per il futuro. Non è una finanziaria miope, ma ha il fiato corto.

Non c’è una pianificazione per lo sviluppo a lungo termine. Se qualcuno cerca del coraggio, non lo trova. Eppure di problemi strategici irrisolti ce ne sono più di uno. Così i principali interventi del provvedimento economico riguardanti l’agricoltura, sono: il potenziamento del piano straordinario per la promozione del Made in Italy; la proroga del «bonus verde» con detrazione fiscale per interventi di sistemazione del verde dei privati; l’istituzione e finanziamento del Fondo tutela e la valorizzazione delle foreste italiane; il voucher per la rimozione e il recupero di alberi e tronchi nelle aree colpite da calamità naturale; gli interventi per il contrasto alla Xylella fastidiosa; i finanziamenti per i progetti nel settore apistico, Fondo nazionale per la montagna e per il Fondo per gli indigenti.

Positiva anche la possibilità, per gli imprenditori agricoli, di vendere al dettaglio (purché in misura non prevalente) prodotti di altri agricoltori, garantendone così l’origine ai consumatori. Positivo infine il taglio delle tariffe Inail. Ma, è tutto qui. Purtroppo le misure vere per l’agricoltura competitiva come quella bresciana sono ormai decise solo a Bruxelles e quindi non c’è da disperare. Ma al momento, in vista delle elezioni europee, non c’è da disperare poteva andare peggio.

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