Economia

Il 40,5% dei giovani lavora nel weekend: il primato italiano

Ma solo 3 ragazzi su 10 risultano impegnati in esperienze professionali nel periodo degli studi
Il 40,5% dei giovani tra i 15 e i 34 anni lavora «regolarmente» il fine settimana
Il 40,5% dei giovani tra i 15 e i 34 anni lavora «regolarmente» il fine settimana
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In Italia resta bassa la percentuale dei giovani occupati, ma chi trova un impiego è flessibile e spesso lavora nel fine settimana: secondo i dati appena pubblicati da Eurostat il 40,5% dei giovani tra i 15 e i 34 anni occupato nel nostro Paese lavora «regolarmente» il fine settimana, la percentuale più alta dopo la Grecia (che registra il 47,5%), con oltre dieci punti in più rispetto al 29,6% medio in Ue.

Camerieri, baristi, commessi, banconisti nei supermercati e lavoratori del turismo, i ragazzi italiani che lavorano (sempre pochi in percentuale rispetto all’Ue con appena il 40,4% di coloro che hanno tra i 15 e i 34 anni a fronte del 56,5% medio europeo) provano a non essere «choosy» e ad accettare anche lavori con orari molto flessibili.

Naturalmente le percentuali di chi lavora nel fine settimana sono più alte per i livelli bassi di scolarizzazione (46,9% per chi ha fino alla terza media) mentre diminuiscono a fronte di livelli educativi più alti (27,6% tra chi ha un’istruzione universitaria contro il 20,4% medio in Ue). Nel Regno Unito lavora durante il weekend il 34% dei giovani occupati, in Germania il 26,6%, in Spagna il 35% mentre in Ungheria si registra la percentuale più bassa (11%).

L’Italia è uno dei Paesi nel quale meno si lavora durante il periodo di studio e formazione distinguendo nettamente tra le due fasi della vita. Tra i 18 e i 34 anni vivono a casa con i genitori due giovani su tre (solo il 42,6% in Ue) mentre meno del 30% di chi ha completato la propria educazione dichiara di aver avuto un’esperienza lavorativa mentre studiava. Chi fa un’esperienza lavorativa durante il percorso di studi spesso non riceve compenso (oltre un terzo di coloro che dichiarano di aver lavorato). Nell’Ue lavorare mentre si studia è molto più frequente con quasi la metà dei giovani, il 46%, che fa esperienza. La maggior parte di chi fa un esperienza di lavoro negli anni della formazione riceve un compenso. In pratica in Italia il 70% degli studenti non fa esperienze lavorative mentre studia contro l’8% in Finlandia e il 17% in Svezia. Lo studente lavoratore è maggioritario anche in Francia con appena poco più del 20% di chi ha esaurito la propria formazione che è stato solo sui libri.

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