Economia

Esselunga: eredi divisi, cedola non distribuita

Mentre le pratiche per il «divorzio» in Esselunga sono in corso, i rapporti tra gli eredi di Bernardo Caprotti, restano difficili
Gli esterni di un Esselunga
Gli esterni di un Esselunga
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Mentre le pratiche per il «divorzio» in Esselunga sono in corso, i rapporti tra gli eredi di Bernardo Caprotti, fondatore della terza catena di supermercati italiani, restano difficili.

Lo conferma l’assemblea di Supermarkets Italiani, la holding che detiene il 100% di Esselunga, controllata al 70% dalla seconda moglie di Caprotti, Giuliana Albera, e dalla figlia Marina e partecipata con il 15% a testa dai figli di primo letto Violetta e Giuseppe.

Il verbale dell’assemblea dello scorso 27 giugno, riporta una lunga sfilza di domande poste da Violetta e Giuseppe volte a scrutinare l’andamento gestionale, gli investimenti e le partecipate, i rapporti con parti correlate, la gestione finanziaria di Esselunga, principale asset di Supermarkets italiani e oggetto di un arbitrato che dovrà stabilire il valore a cui Violetta e Giuseppe potranno vendere le loro quote a Giuliana Albera e Marina.

Ma nel documento è riportata anche la richiesta di pagare ai soci un dividendo di 100 milioni di euro (o almeno di 28 milioni, pari alla liquidità in cassa a Supermarkets) da parte di una società che - ha sottolineato l’avvocato Giampiero Succi dello studio Erede per conto di Violetta - «ha accumulato negli anni "utili portati a nuovo" per un ammontare veramente significativo e straordinario, di oltre 3 miliardi di euro».

Il cda ha motivato la necessità di portare a nuovo gli utili, sia di Supermarkets che di Esselunga, con la «necessità» di sostenere gli investimenti del gruppo e di preservare il rating, messo sotto osservazione da S&P e Moody’s. Una scelta condivisa da Giuliana Albera e Marina, che hanno approvato il bilancio, ma non da Violetta e Giuseppe, che si sono astenuti, riproponendo una divisione che si era già vista in passato.

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