Economia

Coronavirus: Pasini: «Cause di forza maggiore da riconoscere»

Le imprese bresciane, per bocca del presidente dell'Associazione industriale bresciana, sollecitano l’intervento del Governo e della Ue
Giuseppe Pasini - Foto © www.giornaledibrescia.iti
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L’economia bresciana è caratterizzata da moltissime aziende che sono all’interno della catena globale del valore. Per essere più diretti, moltissime aziende fornitrici di componenti, in filiere della produzione lunghe, che le portano al di là dei confini nazionali. La drammatica diffusione del Coronavirus, l’assunzione dei provvedimenti nazionali a tutela e salvaguardia delle persone e la crisi in atto stanno pertanto incidendo pesantemente sull’esecuzione dei contratti nazionali e internazionali, ritardandone o impedendone l’adempimento.

Tali ritardi e inadempimenti si riflettono a loro volta su altri contratti, creando difficoltà operative e legali lungo tutte le filiere produttive. Il tutto si traduce in pesanti penali per molti imprenditori che, anche a causa di questa situazione, rischiano seriamente la sopravvivenza delle loro aziende.

Diventa prioritario il riconoscimento dell’emergenza Covid, e delle connesse misure di urgenza adottate per contenerla, come causa di forza maggiore. Per questa ragione mi appello al Governo perché si attivi senza indugi nei confronti dell’Unione Europea affinchè emerga rapidamente un orientamento volto a facilitare la prova della causa di forza maggiore. Mi appello anche a tutti i nostri Parlamentari Europei perchè, insieme, indipendentemente dalla connotazione partitica che li caratterizza, si facciano portatori di questa istanza nelle sedi comunitarie opportune. È indispensabile che l’Unione europea indirizzi gli Stati membri ad attribuire, in via generale, al Coronavirus la natura di forza maggiore ovvero a favorire il rilascio di certificati di forza maggiore alle imprese impossibilitate - anche temporaneamente - all’adempimento. La necessità di un orientamento europeo uniforme è dettata dall’esigenza di evitare iniziative unilaterali dei singoli Stati che rischierebbero di essere considerate limitative dei principi del mercato unico. Oggi il problema lo viviamo noi, a Brescia, in Lombardia, in Italia; a breve lo vivranno moltissimi altri imprenditori europei; per questo auspichiamo che il Governo metta il tema quale priorità nella propria azione per fronteggiare i danni del Coronavirus. Il nostro sistema, a partire da Confindustria, è fortemente impegnato in questa azione; come Associazione stiamo anche mappando il fenomeno in ambito provinciale per capirne la dimensione che, certamente, non sarà irrilevante.

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