Economia

Brescia tra le città più care, stangata di 260 euro a famiglia

La Leonessa in quinta posizione, al vertice della classifica si piazza Bolzano con un'inflazione dell’1,3%. Ancona e Perugia più economiche
Brescia quinta città più cara d’Italia nel 2019, con un'inflazione media dello 0,9%
Brescia quinta città più cara d’Italia nel 2019, con un'inflazione media dello 0,9%
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Brescia quinta città più cara d’Italia nel 2019, con una inflazione media dello 0,9% in grado di determinare, per una famiglia tipo, una stangata di 260 euro su base annua (il valore più alto nel Nord Ovest). A stilare la classifica dei capoluoghi dove il costo della vita l'anno scorso è cresciuto di più o di meno è l'Unione nazionale consumatori, che ha messo in fila i maggiori (e i minori) rincari, sulla base dell'inflazione media registrata dall'Istat (0,6% in media d'anno), calcolando le ricadute sul budget familiare.

Al vertice si piazza Bolzano dove l'alta inflazione media all'1,3% ha determinato, per una famiglia tipo, una stangata pari a 392 euro su base annua. Al secondo posto Modena che, pur avendo «solo» il terzo maggiore incremento dei prezzi, pari all'1,1%, registra una spesa annua supplementare di 307 euro. Terza Trapani, dove l'inflazione record all'1,5%, implica un'impennata del costo della vita pari a 305 euro.

All'opposto, le tre città con i minori rincari del 2019 sono Ancona, che con Perugia vanta l'inflazione media più bassa, +0,1%, e che registra, per una famiglia tipo, un aggravio annuo di spesa di appena 22 euro, Perugia con 23 euro e, in terza posizione, Sassari, dove la seconda inflazione più bassa (+0,2%) genera un esborso aggiuntivo di soli 41 euro. Quindi Bari (270 euro 1,3%) e Brescia. La nostra città è seguita da Lodi (245 euro 0,9%) Genova (243 euro 1,0%) e Grosseto (239 euro 0,9%).

Mangiare verdura nel 2019 è diventato più caro, mentre acquistare un tablet più economico. Prendere un treno è risultato più costoso mentre collegarsi al web decisamente più vantaggioso. Ecco il saliscendi dei prezzi nell'anno che è appena passato. Dietro un'inflazione dimezzata, ridotta allo 0,6%, c'è quindi un mondo di prodotti e servizi in movimento.

Dati dell'Istat alla mano, sono aumentati cavoli (+8,4%) insalata (+6,1%) e pomodori (+5,7%). Alimenti che però nel 2018 avevano registrato dei cali, seppure meno accentuati dei rialzi attuali. Comunque per diverse voci il 2019 è stato un anno di recupero di quanto perso prima. I trasporti. Anche spostarsi, se significa acquistare il biglietto di un treno (+7%) o prendere un aereo per una città europea (+6,2%), è stato più oneroso. Al contrario sono scesi i prezzi di molti elettrodomestici, come frigoriferi (-3,9%), lavatrici e lavastoviglie (-3,3%). Nettamente più bassi i radiatori e condizionatori (-6,4%). Comprare un'auto usata viene meno del 2,7% mentre circa della stessa entità è il rialzo per una nuova.

Il capitolo comunicazione è in deflazione, visto che si abbassano del 15,1% i prezzi per le connessioni internet e dell'8% quelli per i servizi di telefonia mobile. Stessa riduzione per il costo di pc portatili e tablet. Forte rialzo invece per le tariffe amministrative legate ai certificati (+24,3%). Ma questa non è una novità, nel 2018 l'aumento era stato ancora più forte. A pesare è il passaggio dai documenti cartacei ai digitali.

 

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