Economia

Brescia rallenta la corsa: è la variazione più bassa dal 2015

La produzione industriale segna un +0,8% tra aprile e giugno: è il 23° trimestre positivo consecutivo
LA PRODUZIONE FRENA DI NUOVO
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Tra aprile e giugno di quest’anno la produzione industriale bresciana scala ancora la marcia ma non si ferma: la variazione tendenziale è pari allo 0,8%, la più bassa dal secondo trimestre 2015 ma ancora, per la 23esima volta consecutiva, con segno positivo. Positiva (ma anche qui senza lasciar spazio a facili entusiasmi) anche la variazione congiunturale (sull’ultimo trimestre) che si attesta ad un +0,4%.

A tratteggiare il quadro sono le consuete indagini congiunturali dell’Ufficio Studi e Ricerche Aib e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al secondo trimestre 2019, che descrivono un quadro a luci ed ombre che continua a preoccupare. Il punto. «I risultati del II trimestre sono lo specchio del periodo di stagnazione vissuto dall’economia italiana, ma anche del rallentamento di quella europea, in particolare di un mercato di riferimento come la Germania, e delle tensioni sui mercati internazionali - commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Aib -. Il fatto che la rilevazione sia comunque positiva per la ventitreesima volta consecutiva mostra la grande capacità della nostra provincia di adattarsi, grazie anche ai numerosi investimenti in digitalizzazione e 4.0, che continueranno a essere una cifra distintiva delle nostre imprese».

Nel dettaglio, guardando al comparto dell’industria, l’attività produttiva è aumentata nei materiali da costruzione ed estrattive (+2,5%) e tessile (+1,9%), e con incidenza minore in abbigliamento (+0,6%), calzaturiero (+1,0%), legno e mobili in legno (+0,7%), maglie e calze (+0,2%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+0,6%), meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+0,5%). È rimasta stabile nel metallurgico e siderurgico (+0%) mentre è diminuita nell’agroalimentare e caseario (-0,7%), nella carta e stampa (-0,6%), nel chimico, gomma, plastica (-0,8%). Nel mondo. Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 27% delle imprese, diminuite per il 27% e rimaste invariate per il 46%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 19% degli operatori, scese per il 24% e rimaste stabili per il 57%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 25%, calate per il 16% e rimaste invariate per il 59% del campione. Le aspettative a breve sono moderatamente negative, con la produzione prevista in aumento da 14 imprese su 100, stabile dal 68% e in flessione dal 18%. A luci e ombre anche il mood dell’artigianato, che per il secondo trimestre consecutivo segna una variazione congiunturale nulla. Il fatturato presenta una dinamica leggermente negativa (-0,4%), mentre gli ordini chiudono in positivo (+1,9%). Il quadro tendenziale conferma il percorso di rallentamento iniziato nell’ultima parte dello scorso anno. La produzione, infatti, segna una variazione leggermente negativa (-0,2%), il fatturato chiude con un calo dello 0,8%, mentre gli ordini sono in leggera crescita (+0,6%).

L’artigianato. Il confronto territoriale evidenzia però che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati in controtendenza rispetto alla media lombarda. Guardando ai settori, si nota che restano negative le dinamiche produttive del comparto siderurgico (-7,7%) e della gomma plastica (-12,2%). In flessione, sebbene meno marcata, anche le industrie varie (-6,0%) e la meccanica (-2,3%). Si mantiene in crescita la produzione dell’alimentare (+9,6%), del legno mobilio (+4,3%) e dell’abbigliamento (+1,8%). In leggera crescita la carta-stampa (+1,2%). Stabili i livelli di occupazione, in leggera crescita (+0,3%) anche se in decelerazione rispetto al trimestre scorso (+1,1%).Dall’AibNonostante il segno più il trend preoccupa

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