Economia

Allegrini sbarca in Lugana: compra 40 ettari

Allegrini: «Abbiamo stimato un potenziale produttivo, per noi, sulle 3-400.000 bottiglie»
L’imprenditore. Franco Allegrini ha comprato terra in Lugana
L’imprenditore. Franco Allegrini ha comprato terra in Lugana
AA

«Abbiamo perfezionato l’acquisto di 40 ettari di terreno, che andremo a vitare entro il 2018, e che si aggiungono ai 10 che avevamo preso 3 anni fa, per un totale di 50 ettari nella denominazione. Vogliamo occupare il segmento alto della qualità, inizieremo piano, per confrontarci con il mercato»: così Franco Allegrini, secondo l’agenzia WineNews, conferma lo sbarco ufficiale nel Lugana, una delle denominazioni bianchiste di maggior successo del Belpaese, della griffe dell’Amarone Allegrini, nome top del vino italiano.

«È una denominazione che ci piace - spiega Allegrini - non è molto grande, non ci sono cantine sociali, e c’è una competizione tra produttori che va sull’alto della qualità. In questo senso, assomiglia a Bolgheri. A noi piace sempre partire dalla terra e costruire i nostri vigneti, su misura. Abbiamo stimato un potenziale produttivo, per noi, sulle 3-400.000 bottiglie, sotto il massimo che ci consentirebbe il disciplinare, con 50 ettari, perché lavoreremo sull’altissima qualità. E se il vino che faremo ci emozionerà, sarà il primo bianco che uscirà sotto il brand Allegrini.

«Il Lugana - aggiunge Marilisa Allegrini - è molto interessante, e può dare vini di spessore, intensità, complessità aromatica, e anche longevità, è un prodotto in cui ci identifichiamo. Avendo l’85% di mercato estero, il nostro obiettivo non è produrre un vino d’annata di facile beva: vogliamo che sia fisiologico ai vari rossi che abbiamo, quindi un bianco importante. Una bella sfida, nella quale daremo grande responsabilità ai nostri figli».

Territorio «top». Un investimento, quello di Allegrini in Lugana, che aggiunge così un altro territorio top a quelli già nell’orbita del gruppo (100 ettari di vigneti nella Valpolicella Classica, 16 ettari a Montalcino, di cui 8 a Brunello, con San Polo, e 50 ettari a Bolgheri, con Poggio al Tesoro). Territorio troppo spesso fuori dai riflettori della stampa di settore italiana anche per le caratteristiche del suo mercato, che si concentra nella zona di produzione, in Italia, e che per l’80% è fatto di export (il 40% di tutta la produzione finisce in Germania), il Lugana, denominazione storica (ha festeggiato i 50 anni nel 2017) a cavallo tra Veneto e Lombardia, sta vivendo una seconda giovinezza. La denominazione si sviluppa su 1.586 ettari vitati, in 5 comuni (Desenzano 36%, Pozzolengo 32%, Peschiera a 14%, Sirmione 10% e Lonato 9%), oltre 15 milioni di bottiglie.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia