Economia

Abiti disegnati dalle onde sonore: Polyhounds è già un successo

L’iniziativa imprenditoriale lanciata da un gruppo di studenti dell’Accademia Belle Arti Santa Giulia
La sfilata. Uno degli abiti disegnati con le onde sonore
La sfilata. Uno degli abiti disegnati con le onde sonore
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Altro che bamboccioni! I fondatori della startup bresciana Polyhounds il luogo comune dei giovani senza aspirazione e spirito di iniziativa se lo mangiano in un sol boccone. Basti pensare che ancora non hanno finito gli esami del III anno del corso di Nuove Tecnologie dell'Arte dell'Accademia di Belle Arti Santa Giulia è già hanno messo in pista la loro srl, iscritta al registro delle imprese dallo scorso 14 novembre.

La nascita. La storia di Polyhounds la racconta Cosimo Paggetti, uno dei suoi 5 fondatori, fiorentino di nascita, ma bresciano di adozione: accanto a lui ci sono il veronese Giuseppe Manfredi, il bergamasco Francesco Lascari e i bresciani Luca Gualandris e Daniele Trebeschi, tutti poco più che ventenni.

«Ci siamo incontrati all'accademia e subito abbiamo capito che avevamo molte cose in comune, e che pur essendo tutti portati per il medesimo ambito di specializzazione eravamo in grado di «spacchettare» i servizi in modo da coprire praticamente tutta la rosa delle esigenze legate al digitale - racconta Cosimo -. Quando poi abbiamo avuto la possibilità di preparare insieme un esame, quello di Net Art, ci siamo resi conto delle nostre potenzialità: il progetto che abbiamo sviluppato si è evoluto ed è confluito in Polysound, un sistema di campionamento dei suoni nei tessuti che è piaciuto molto ed ha anche vinto il primo premio al concorso nazionale Vesti la Musica 2017».

Suono ed estetica. Si, proprio così: gli studenti dell'accademia sviluppano una idea decisamente innovativa per «dare vita all'estetica visiva delle onde sonore». In pratica, Polysound utilizza lo spettro sonoro o la forma dell'onda come pattern estetico da integrare nei tessuti, direttamente nel filato in base al pattern scelto. E l'idea piace. Il vestito disegnato da Luca Gualandris e i suoi - «Skia», ispirato alla canzone Non, je ne regrette rien di Edith Piaf - conquista il podio nell'estate 2017 e Polyhounds comincia a far parlare di se.

Alcuni cantanti iniziano a chiedere informazioni, altri domandano di campionare le loro canzoni, e arrivano i primi «lavoretti». Naturalmente il direttore dell'accademia, Riccardo Romagnoli, che come noto non si risparmia mai quando si tratta di sostenere i suoi ragazzi li esorta ad andare avanti, e la startup in erba comincia anche ad incassare - complice la collaborazione con una agenzia pubblicitaria di Firenze - i primi incarichi di produzione software, consulenza informatica e grafica. «Diciamo che stiamo già lavorando, anche se siamo in ballo con gli esami e quindi non riusciamo a farlo a tempo pieno - spiega Cosimo che però assicura -. L'entusiasmo e la voglia di darsi da fare sono tanti, e grazie alle diverse specializzazioni di ciascuno possiamo davvero coprire tante esigenze. Speriamo che ci venga data fiducia».

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