Cultura

Le memorie salvate di Ruth, vittima della follia nazista

AA

Verso la fine degli anni '90 l'intellettuale Jan Erik Vold era impegnato nella raccolta del materiale necessario alla stesura di una biografia dedicata a Gunvor Hofmo, poetessa norvegese. Tra le carte della scrittrice, Vold trovò un grosso plico - 1.100 pagine manoscritte e 300 lettere - appartenente a una giovane di nome Ruth Maier. Vold cominciò a leggerli e a riordinarli, dando vita ad un libro dal quale emerge il ritratto di Ruth Maier: giovane donna ebrea nata in Austria nel 1920 e morta ad Auschwitz nel 1942. Pagina dopo pagina emerge il ritratto di una ragazza vivace, spigliata, amante della vita, dell'arte, con nel cuore tanti desideri e speranze per il proprio futuro. Un domani messo in crisi nel 1938 dal progressivo imporsi del controllo del Reich in territorio austriaco. Rifugiatasi in Norvegia, prima a Lillestrøm poi ad Oslo, dal 1939 fino alla tragica notte del 26 novembre del 1942, Ruth prenderà la licenza superiore, comincerà a lavorare come modella, decoratrice e commessa, conoscendo poi l'inseparabile amica e «custode di memorie» Gunvor Hofmo. I diari e le lettere di Ruth Maier sono ricchi di riflessioni, pensieri, racconti, poesie, eventi e sentimenti. Scritti emotivamente intensi dai quali emerge un animo libero, intraprendente, consapevole dei drammatici cambiamenti politici europei tra gli anni '30 e '40. «Fuori c'è l'aurora boreale» richiama, ovviamente, «Il Diario di Anna Frank». Due testimonianze che commuovono e affascinano, dimostrando di avere quella forza prodigiosa che ci invita a non dimenticare tutte le vittime del regime nazista. vi. fil.

FUORI C’È L’AURORA BOREALE
Ruth Maier
Salani- 484 pagine, 16,50 euro

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato