Cucina

A Casola Valsenio fra marroni e frutti dimenticati

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A Casola Valsenio sulle colline del Ravennate, il Comune che si fregia del titolo di Paese delle erbe e dei frutti dimenticati, ottobre propone un doppio appuntamento autunnale con i frutti dimenticati: la Festa del marrone, 13-14 ottobre, e la Festa dei frutti dimenticati, il 20-21 ottobre.

Piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l'inverno. Salvati dall'estinzione e recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti e di chi li vede per la prima volta, ecco tanti bei frutti profumati, dai colori caldi e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole, nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine, uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e i marroni, simbolo dell'autunno.

La ripresa d'interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e consumo alimentare. Per questo nel corso della festa si svolge un concorso di marmellate e uno di liquori mentre i ristoranti della zona propongono per tutto l'autunno la Cucina ai frutti dimenticati. Si tratta di piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio sia secondo la consuetudine sia in modo moderno. Fra le ricette a base di questi frutti ricordiamo ad esempio la salsa di rovo e di gelso, le composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i dessert con le pere volpine, le castagne, l'alkermes, il vino e il formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un antico piatto tipico, il migliaccio, che richiede mele cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo grattugiato, canditi, riso e, secondo l'antica ricetta, sangue di maiale in aggiunta.

A Casola Valsenio, infine, i frutti dimenticati si sposano perfettamente con le piante aromatiche del locale Giardino Officinale, e danno vita a piatti straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa di melograno, ottime se condite con l'olio extravergine Brisighello. Nei menù compaiono i risotti di pere volpine, l'arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di vitello al melograno, la crostata di marmellata di sorbe, le prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.

Fra questi frutti dimenticati, merita un accenno particolare il marrone al quale Casola Valsenio dedica un appuntamento specifico il 13 e 14 ottobre con bancarelle allestite dai produttori, conferenze sulla certificazione I.G.P., animazioni a tema agreste e assaggi delle eccellenze gastronomiche casolane come i marroni cotti nell'acqua con l'alloro (balòc), oppure arrostito sulla fiamma (brusé) o cotto nel forno della stufa a legna (spasmé) dopo averli "castrati", cioè dopo aver praticato un piccolo taglio. Con le castagne secche si prepara una minestra, mentre la farina di castagne è la base per la polenta da mangiare con formaggio fresco e per il dolce castagnaccio. Tra i dolci si ricordano anche i ravioli, detti topini, preparati con la polpa di marrone arrostita.

Info: Pro Loco Casola Valsenio tel. 0546.73033
www.proloco-casolavalsenio.blogspot.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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