Vezza d'Oglio, Fausto l'infermiere dei cervi

Bosco tre anni, Baby e Barby due, Bruno e Piuma solo quindici giorni, nati da pochissimo. Ce li presenta così i cervi che ospita nel suo ricovero, poco sopra l'abitato della frazione di Tù, località «Fontana morta», territorio comunale di Vezza d'Oglio. Come fossero i suoi figli. Lui, Fausto Gregorini, 59 anni, falegname, è conosciuto come «l'infermiere dei cervi», colui che li raccoglie per strada, quando sono feriti dai segugi da caccia oppure abbandonati dalla madre poiché deboli ed incapaci di sopportare la vita ad alta quota.
«La mia è una passione innata - ci dice Gregorini -: io da sempre sto dalla parte dei più deboli, rinnovo di anno in anno la licenza di caccia, ma solo per tradizione, io tra i boschi ci vado quando mi chiamano per un animale in difficoltà».
Il ricovero degli animali selvatici l'ha fondato una quindicina d'anni fa, per caso. Un pezzo di terreno è comunale, l'altro è preso a prestito da un privato per svolgere un servizio di utilità che manca sul territorio, che fa comodo a guardie forestali e associazioni ambientaliste.
Qui fanno tappa anche le scuole e l'associazione «Alternativa Ambiente» che, per conto del Parco dell'Adamello, gestisce più a valle il museo naturalistico ed organizza le settimane a contatto con la natura, con bambini, ragazzi e famiglie.
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