Sentieri interrotti: la Maddalena porta le ferite del maltempo

Decine di alberi giacciono a terra bloccando l’accesso al «3V» e ad altri percorsi
Il sentiero 3V completamente bloccato dagli alberi caduti - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il sentiero 3V completamente bloccato dagli alberi caduti - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Città e montagna. A Brescia due habitat tanto vicini quanto opposti si guardano con circospezione. Sono troppo diversi in tutto, nei 13 tornanti, nel balzo dai 149 metri a valle agli 874 della vetta, nella temperatura. Alle 10 di una domenica non certo tipicamente estiva l’ascesa alla Maddalena significa passare da 22 gradi a 14, lasciandosi alle spalle il nitido cielo urbano per tuffarsi a forza nella nebbia bianca. Per i veri escursionisti è già tardi: tanti appassionati ripetono il rituale della salita sui fianchi del monte di buon mattino. Come Emanuele, figlio di Silvano Cinelli, morto il 25 agosto del 1981 mentre inaugurava il sentiero «3V» che arriva al Maniva.

«Sono qui dalle 7.30 per pulire un po’ i sentieri, pioveva ancora», spiega Emanuele Cinelli replicando ad un certo disagio dell’interlocutore impreparato alle basse temperature. In effetti per un occasionale della montagna lo scenario è inaspettato: il bosco addensato dalla foschia appare ferito e caotico, decine di alberi giacciono a terra lungo le strade, mentre i sentieri neppure si riconoscono. «Dopo il temporale di un mese fa alcuni sentieri sono stati ostruiti - continua Cinelli -. E se i principali sono stati ripuliti, tra quelli meno battuti ci sono ancora ostacoli per gli escursionisti, alcuni sono completamente inaccessibili».

È lui a fare strada per individuare il «3V»: proprio quel sentiero creato dal padre è oggi riconoscibile a stento, bloccato da quintali di alberi crollati lungo l’accesso. «Servono realtà organizzate per rimuovere tutto, i volontari fanno ciò che possono», dice quasi giustificandosi. Come lui tanti appassionati sono impegnati in operazioni di pulizia per garantire la sicurezza a chi sceglie la Maddalena per le escursioni. Ma il lavoro è tanto e i volontari sempre meno.

«In condizioni preoccupanti ci sono anche i sentieri 5, 6 e 13, bloccati in diversi punti». A parlare è Giancarlo Brugnoli, presidente del gruppo «Amici della Montagna», che gestisce il salone Fra Tiburzio e la chiesetta sulla sommità della Maddalena: «Viviamo una situazione molto critica, anche a causa del frequente maltempo. La prima tempesta ci ha messo in ginocchio: sono caduti anche alberi cinquantenari che non possiamo spostare». Il lavoro della Loggia si è fermato agli interventi sulla strada. «Anche in quel caso un po’ in ritardo rispetto ai crolli - continua Brugnoli -, nella settimana dopo la tempesta salire in Maddalena era davvero pericoloso. Ora ci aspettiamo un aiuto, da soli non ce la facciamo».

Complici il meteo, i mancati interventi e il covid, quest’estate gli oltre 20 sentieri che adornano la Maddalena sono stati battuti pochissimo, come mai prima d’ora. «Oggi l’escursionismo qui è quasi pari a zero. Arrivano gruppetti o coppie, ma ho visto davvero poche persone organizzate», conclude Brugnoli.

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