Sdl: «Finalmente dimostreremo che sono tutte illazioni»

I titolari dell’azienda anti anatocismo dopo la richiesta di rinvio a giudizio
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«La nostra battaglia prosegue più ferma e più alta». Firmato Serafino Di Loreto. Il punto di riferimento ombra di Sdl, non figura infatti nei quadri societari dell’azienda bresciana che ha fatto della battaglia all’anatocismo il proprio marchio di fabbrica, non si scompone davanti alla richiesta di rinvio a giudizio per truffa avanzata dalla Procura per lui e per l’ex socio Stefano Pigolotti per una vicenda del 2014.

«Dopo alcuni anni di infamanti accuse la Procura di Brescia, senza alcun timore da parte nostra, ci darà la possibilità di mettere la parola fine ad una stucchevole vicenda che, altro non è se non l’epilogo di una azione pianificata da soggetti - che noi abbiamo denunciato - che hanno fatto della diffamazione il loro business e cercato di ostacolare chi, come noi, ha deciso di contrastare le banche che vessano cittadini ed imprese» spiega Serafino Di Loreto.

A denunciare i soci fondatori di Sdl è stata una donna che, dopo aver perso la causa per presunti interessi alle stelle contro Banca Popolare di Milano ha accusato di truffa Di Loreto e Pigolotti ai quali lei si era affidata per la battaglia legale all'istituto di credito. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per i soci fondatori di Sdl dopo aver ricevuto l'inchiesta da Monza. «Questa rimane ancor oggi solo un’accusa e, come tale, sarà trattata. Le valutazioni toccheranno al Tribunale di Brescia: un organo giudicante, nei confronti del quale nutriamo assoluta fiducia» assicura Di Loreto. «Finalmente potremo esporre tutte le nostre ragioni ad un soggetto terzo, certi che si perverrà ad un totale rigetto delle accuse e che emergeranno le gravi responsabilità dei detrattori. Chi ha cercato di colpirci pagherà con gli interessi».

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