Rezzato in lutto per il partigiano Aldo Chiossi

L’uomo si è spento a cento anni: era stato anche in Consiglio comunale tra le file del Pci
Aldo Chiossi, classe 1921 - © www.giornaledibrescia.it
Aldo Chiossi, classe 1921 - © www.giornaledibrescia.it
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È mancato sabato, Aldo Chiossi uno dei due centenari di Rezzato, (l’altro è Giovanni Lazzari) ma soprattutto, uno degli ultimi testimoni diretti del secondo conflitto mondiale e, uomo di profondi valori civili.

Aldo Chiossi nato nel 1921, era arrivato a metà del percorso che l’avrebbe portato a compiere 101 anni il 5 dicembre, si è addormentato dolcemente ponendo fine ad una lunga vita, della quale negli ultimi anni, ricordava quasi esclusivamente quel periodo intenso quanto tragico della seconda guerra mondiale, dove lui fu antifascista convinto. Aldo era diplomato in disegno meccanico specializzato sui motori a benzina e, da subito, trovò impiego sia alla Om e poi alla Breda.

Questa sua qualifica così specifica gli permise di mettersi sin dall’inizio della guerra al servizio del suo Paese, come marinaio motorista specializzato salendo sui sommergibili e, toccando i porti più importanti dell’adriatico. «Anni bui», aveva raccontato Chiossi in occasione di un incontro per festeggiare il suo secolo di vita, nel corso dei quali più di una volta si era trovato faccia a faccia con il pericolo.

Un ricordo particolare era più di altri impresso nella sua mente, quando il 17 novembre del 1942 nel mar Egeo a seguito di un’azione, si scatenò un incendio sulla vedetta anti sommergibile sulla quale era imbarcato. In quell’occasione Aldo, salvò la vita a molti suoi commilitoni, aiutando ad estinguere l’incendio, meritandosi al termine del conflitto un encomio. Questa sua coraggiosa azione gli fruttò allora anche una licenza premio, che lo salvò da una rappresaglia dei tedeschi.

Al termine della licenza avrebbe dovuto presentarsi al comando tedesco, cosa che Aldo non fece, scegliendo di entrare come partigiano nella Resistenza in Val Trompia. Qui passa preziose informazioni agli americani, sui prodotti bellici che venivano prodotti alla OM in quei periodi di guerra. Per Chiossi essere partigiano ha significato anche successivamente agli anni della guerra impegnarsi sia politicamente che civicamente: era infatti iscritto al Pci, mentre in Comune aveva ricoperto l’incarico di consigliere comunale, e particolare vicinanza alla locale casa di riposo E. Almici.

Negli ultimi anni dopo la perdita della moglie Gina,con la quale aveva condiviso anche il dolore per la perdita a soli 37 anni del figlio Paolo, ad occuparsi di lui con tenerezza sono stati l’altro figlio Sandro e la nuora Vittorina. L’ultimo saluto oggi alle 9.30 nella chiesa di S. Giovanni.

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