Odori nauseabondi in via Monte Suello: Garza sotto accusa

Residenti e commercianti sul piede di guerra. «Situazione terribile: così non può continuare»
Un tratto a cielo aperto del torrente Garza
Un tratto a cielo aperto del torrente Garza
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«Ora che ha iniziato a piovere il tanfo è anche poco, ma fino a poche ore fa era insopportabile». In via Monte Suello l’odore penetra nelle narici a intermittenza. È un lezzo che sa di fogna a cielo aperto o di guasto a qualche tubatura. Compare e scompare, che si stia percorrendo il marciapiede o attraversando l'area verde tra le due carreggiate. Poi, nell’intersezione tra via Monte Suello, via Foscolo e via Trento i miasmi sono insopportabili. I passanti indugiano, qualcuno si tura il naso. Un paio di metri verso il basso, ecco spuntare un tratto del torrente Garza.

«È da lì che arriva questo odore nauseabondo - spiega un commerciante della zona -, è da più di due giorni che va peggiorando. Questa lieve pioggia ha solo tamponato ma presto tornerà». L’ipotesi di residenti e commercianti della zona è che la pesante siccità che sta colpendo ogni corso d’acqua nel nord Italia abbia di fatto svuotato il già esiguo torrente Garza, che attraversa il sottosuolo di Brescia. E la riduzione del flusso idrico avrebbe reso il tanfo simile a quello di uno scarico fognario. 

«Non può essere altro, in 30 anni non abbiamo mai sentito una puzza del genere. Arriva persino a chi abita all’ottavo piano. Alcuni di noi devono tenere finestre e porte chiuse, anche se non hanno il condizionatore». La «conferma» arriva poche centinaia di metri più in là, dove il Garza torna a riapparire in un’altra vasca a cielo aperto, prima di tornare a scorrere sotto il suolo. Ed è proprio in quel punto, alle porte di Borgo Trento, che il tanfo torna prepotentemente a farsi sentire.

«Qui un tempo il Garza era scoperto e lungo il torrente erano nati artigiani, bottegai, mercanti - racconta un esercente che ricorda la storia del luogo -: era fonte di sussistenza, dunque di economia. Ora, a causa dell’uomo, crea problemi». Interrato, coperto e deviato lungo la fossa delle mura venete tra il XVI e il XVII secolo, oggi il Garza circonda il centro storico e spunta in superficie solo a tratti, per dirigersi verso il quartiere San Polo. Proprio lì, nei pressi della Questura, si registra un altro caso di "«nquinamento olfattivo», in prossimità di un’apertura del torrente. «Abbiamo segnalato agli uffici comunali il nostro disagio - conclude un residente -, temiamo che la situazione non potrà che peggiorare».

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