Nel dubbio, buon Natale
Già lo sappiamo, quest’anno vivremo il Natale più strano di tutta la nostra vita. Niente baci e abbracci, niente tanti auguri, niente anche a te e famiglia. Ma soprattutto: niente cenone della vigilia, niente tavolate per interminabili pranzi coi parenti. Però ammettiamolo, il sollievo è solo momentaneo. Perché la zia ultrasettantenne troppo bionda con le gonne troppo corte che ci racconta per filo e per segno tutti, ma proprio tutti i suoi mali già ci manca.
E quel cugino con solo la camicia anche in dicembre, rigorosamente bianca e aperta fino all’ombelico che ci narra di tutte le sue straordinarie conquiste amorose? E quell’acquisito così antipatico che mai si è integrato con la famiglia? Peccato, quest’anno poteva essere la volta buona per fare amicizia. Tutto rimandato a tempi migliori.
Ma siccome lo spirito natalizio è uno stato dell’anima, e io la pacchianeria degli addobbi stracarichi di lucine ce l’ho nel dna, ho preso una decisione: farò l’albero già a inizio novembre. E lo accenderò ogni sera, sarà una forma giocosa di resistenza a questo tempo. La speranza che torneremo a mangiare il panettone indossando maglioni improbabili per poi scartare regali che nasconderemo in fondo a qualche cassetto. Tutte le facezie delle vita che già ci mancano così tanto.
Ma ora è il tempo di impegnarci per tutelare il futuro, il futuro di tutti noi. Intanto guardiamo il bicchiere mezzo pieno, dopo tanti anni finalmente anche il 31 dicembre potrò andare a letto alle dieci, e poi: hai visto mai che iniziare il 2021 riposati ci porti bene?
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