Lek e l'hotel

Ingannare l’attesa dell’emergenza con dei racconti: uno al giorno come nel Decameron
Paesaggio d'Oriente - © www.giornaledibrescia.it
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Ingannare l’attesa dell’emergenza con dei racconti... uno al giorno come nel Decameron. Sollecitati da una proposta dello scrittore bresciano Nicola Fiorin, abbiamo lanciato ai lettori bresciani l’idea di inviarci dei racconti per l’eventuale pubblicazione sul giornale o sul nostro sito. Alcuni sono già arrivati. Chi volesse proporne uno, dovrà attenersi nel limite delle 3.500 battute, ed inviarlo a lettere@giornaledibrescia.it.

Il racconto

Lek è neolaureata. Nata e cresciuta nella capitale, la graziosa ventiquattrenne figlia della borghesia thai di retaggio cinese ha appena passato la selezione per entrare in uno dei più grossi gruppi bancari thailandesi. 

L’inserimento in banca prevede un periodo di training da affrontare insieme a un gruppo di neoassunti. La banca offre ai suoi tirocinanti alloggio presso un hotel nell’edificio accanto alla sede presso cui Lek dovrà presentarsi per le prossime quattro settimane.

La giovane non ha mai pernottato fuori le mura domestiche di un familiare  - a casa prima, ospite della zia nel periodo universitario, a memoria l’unico strappo alla regola furono due notti trascorse in tenda campeggiando con le amiche a Khao Yai National Park. 

La vita da adulto presenta sempre delle prove iniziatiche e Lek, da una settimana,  sorride nervosa rimuginando su quella che il destino ha scelto per lei. Pensa e ripensa a quell’hotel. Sarà nuovo? O sarà...vecchio? Le mani iniziano a sudare e il sorriso si serra. E se vecchio, quanto vecchio? Quante persone saranno state in quelle stanze? Cosa sarà successo in quelle stanze? Cosa...sarà...? E se magari qualcuno...no, che pensiero folle. Ma se qualcuno fosse, magari, venuto a mancare in una delle stanze? E se fosse ancora lì? 

Lek entra nella stanza assegnatale al secondo piano dell’edificio. Il meeting tenutosi nella hall dell’hotel ha in parte dissipato il terrore della giovane, che si è piacevolmente trovata in compagnia di tante reclute come lei: l’accumulo di trolley e timidi sorrisi le ha dato coraggio. 

La chiave gira nella toppa, il battito cardiaco aumenta, la porta si apre su una camera...relativamente moderna e semplice: letto, comodino, un tavolino con sedia e televisione sul mobile di fronte al letto. 

Lek entra col cuore sollevato, ma incapace di scrollarsi di dosso l’impacciato fare circospetto con cui incede incerta nella stanza.

Ripone il trolley in un angolo, sistema il beauty case sul comodino, accende la tele che trasmette una delle sue telenovele preferite, posa il telecomando sul letto e, mentre pensa e ripensa a quale possa essere il posto preferito di un fantasma che vive in hotel, cercando di scacciare l’idea che se lei fosse un fantasma passerebbe gran parte del tempo sul letto a guardare la tele, viene riportata alla realtà dal suono del telefono - che la fa quasi morire di paura. 

È ora di cena. Lek spegne la tele, lascia il telecomando sul letto, si sistema le sopracciglia, spegne la luce, chiude a chiave la porta e scende nella hall.

Esce in compagnia delle neo-amiche e con loro parla del grande giorno che verrà: riceveranno una divisa? Saranno all’altezza delle mansioni? Avranno modo di pranzare insieme? 

Il tempo vola e in un batter d’occhio è ora di lasciare i rossi sgabelli di plastica del noodle shop e rientrare in hotel. Lek tocca nervosa la chiave della sua camera, riposta con cura nella borsetta di vernice di Hello Kitty che porta a tracolla.

Una volta in hotel le ragazze si salutano e il gruppetto si smembra nelle varie direzioni delle camere. 

Lek raggiunge il secondo piano, si incammina nel corridoio. Ora che è sera tutto ha d’improvviso un aspetto meno moderno. L’ascensore lento, il corridoio lungo e stretto, le luci giallognole e i muri azzurrini.

Ecco la porta della stanza, la sua stanza, quella in cui dormirà, sola, per le prossime quattro settimane. La chiave entra nella toppa e nel momento in cui la mano inizia a ruotare a destra il braccio di Lek si paralizza. Sente delle voci. No, impossibile. Sarà solo suggestione. Accosta l’orecchio alla porta e in lontananza, coperto dal pulsare impazzito del suo cuore, sente persone che parlano e poi musica e poi capisce che è la televisione. Accesa. Ripercorre mentalmente le azioni compiute prima di lasciare la camera. Aveva spento la tele. Paralizzata dal terrore Lek pensa senza riuscire a pensare a nulla, finché sfida la sorte e compie il giro di chiave che sblocca la serratura. Apre la porta quanto le basta per aver conferma che la tele sia accesa, il letto leggermente sgualcito e senza traccia del telecomando che ora è riposto sul comodino a fianco del beauty case. La lampada sul tavolino è accesa. Lek ora non ha bisogno di pensare: infila il corridoio prima, le scale poi e nemmeno il tempo di lasciare la chiave in reception ed è già sul marciapiede alla ricerca di un taxi. Chiama la sua migliore amica e le chiede se può dormire da lei. I 50 minuti di corsa aiutano Lek a riprendere fiato e colore. Arrivata a destinazione spiega alla ragazza e ai genitori della stessa cosa sia accaduto. La mamma accende subito delle bacchette di incenso e dice a Lek che lo spirito della casa, il Phra Phum, sarà lieto di accoglierla per le prossime quattro settimane. Che non si sogni nemmeno di tornare in quella stanza a condividere il letto con un fantasma, magari, aggiunge con tono grave e misterioso, il fantasma invidioso di una stagista sfortunata del passato. Lek legge nelle parole della signora un monito dato da qualcuno che sa. Ma non osa chiedere, la paura vittoriosa sulla curiosità. 

Lek si è alzata all’alba, ha ringraziato il Phra Phum per averla accolta, e dopo un tragitto di oltre un’ora tra mototaxi e mezzi pubblici, è pronta ad affrontare il suo primo giorno di stage. Alla fine dello stesso chiede a un’amica di ritirare il suo trolley e beauty case dalla sua stanza e, con un sorriso disteso, si ripromette che mai più metterà piede in un hotel da sola.

 

Note biografiche

Chiara Gasparotti, bresciana, vive a Koh Samui, piccola isola a sud est della Thailandia. Insegna inglese e italiano e gestisce un centro certificatore di lingua italiana. Di recente ha riscoperto il piacere della scrittura con una trilogia di brevi racconti di spiriti e fantasmi ispirati a storie vere ambientate nella Terra dei Sorrisi. È sposata con un insegnante di thailandese e ha una bambina italo-thai di tre anni. 

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