L'audacia di Giulia può vincere ogni deserto

Con il maratoneta Stefano Miglietti ha percorso 400 chilometri nel deserto marocchino sballottata sopra una speciale sedia a rotelle
Stefano Miglietti e  Giulia Scovoli  - © www.giornaledibrescia.it
Stefano Miglietti e Giulia Scovoli - © www.giornaledibrescia.it
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Alzino la mano quelli che sono alla ricerca del loro granello di felicità e amano le storie a lieto fine, quelli che credono ancora che tutto andrà bene, a cui piacciono i racconti infarciti di coraggio e amicizia.

Ma cos’è davvero il coraggio? Una rara virtù o una virgola di follia che stravolge le regole consolidate? Non sempre le ragioni che spingono alcune persone a compiere imprese straordinarie sono evidenti. C’è in loro un «quid» indefinibile chiamato audacia che tende i nervi come un ponte di corde tibetano e accresce l’esigenza di misurarsi con se stessi.

Giulia Scovoli non ha mai avuto paura di attraversare ponti traballanti, la sua vita è stata in equilibrio instabile fino dai primi giorni della sua esistenza. Lei si è raddrizzata, seppure abbia una virgola nella spina dorsale. Ha deciso di non farsi limitare da quella punteggiatura bifida, ha voluto una vita scritta in corsivo e per esteso, scegliendo di con-vivere con la sua congenita imperfezione.

Con il maratoneta Stefano Miglietti ha percorso 400 chilometri nel deserto marocchino sballottata sopra una speciale sedia a rotelle, dimostrando a tutti che la volontà e l’amicizia sono più potenti di ogni difficoltà. Insieme hanno faticato e sofferto, condividendo tempo, acqua e cibo, dentro una vastità di sabbia e di cielo dove forse entrambi cercavano delle risposte ai loro dubbi esistenziali.

Lo stupore e il dolore fisico mischiati a lacrime di gioia e alle voci allegre dei bambini che attendevano il loro arrivo sembrano la metafora di questo autunno che ci impone nuove prove, limiti e spiragli. Era accaduta la stessa cosa in primavera, quando il fragore delle città era stato spento. Nel silenzio molti hanno sentito i loro pensieri e hanno cercato nuove oasi.

Sulle dune vince una natura feroce che di notte fa battere i denti e di giorno arroventa le pietre. Lì, un viaggio al limite della resistenza trova il suo senso, definisce le aspettative di chi parte e l’attesa di quelli che aspettano il loro ritorno. In quell’arido nulla Giulia ha rivelato il suo carattere come una rosa del deserto, quella che la cristalloterapia assimila alla forza decisa e delicata. Lei ha lottato non solo per se stessa ma per tutti quelli che hanno il coraggio di lanciare «il cuore oltre l’ostacolo», trovano nuovi inizi e se ne infischiano di un avverso destino.

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